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Castellammare di Stabia

Corbo: “Le parole di Sarri sanno di resa, rifletta per se stesso”

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Il suo pensiero

Antonio Corbo per l’edizione odierna di Repubblica: “Più che lo scatto in avanti della Juve, una rivelazione di Sarri disorienta i tifosi . E lo dice adesso? Muto in estate quando il presidente annunciava il trionfo finale senza spendere un solo euro per meritarlo, sordo mentre tutti i giocatori rivelavano il patto di Castel Volturno per lo scudetto, Maurizio Sarri sceglie la serata peggiore per fissare il traguardo di una stagione.

Cosa vuole che sia il record dei punti per una squadra, la sua squadra campione d’inverno con il miglior gioco d’Italia? È una bandiera bianca di resa, con 24 punti ancora in gioco, solo 4 da recuperare su una Juve impegnata in Champions. Farà bene Sarri a confrontarsi con il suo agente, Alessandro Pellegrini, uomo di buona comunicazione. Ma anche con i suoi giocatori, attesi da oggi ad una prova di coerenza.

Ricordano quel patto? Sono cotti? Possono lottare ancora? La rincorsa della Juve comincia quindi oggi nel villaggio di Castelvolturno dove fu concordato lo scudetto, al punto da bocciare Champions, Europa League e Coppa Italia. Se gli bastano 11 punti su 24 per quota 87, rifletta Sarri, chiude il suo triennio senza neanche una medaglia ricordo. Nulla rispetto alla Coppa Italia lasciata sia da Mazzarri che da Benitez, ancora meno ricordando i deliri di Doha per la Supercoppa che il flemmatico professore spagnolo strappò proprio alla Juve.

La stima che Sarri ha conquistato a Napoli gli impone di rettificare le sue parole. Il fratone laico di Figline Valdarno lo deve al pubblico, che ne apprezza umiltà francescana e operosità benedettina, lo deve ai giocatori che obbediscono ripetitività degli allenamenti, lo deve a se stesso per passione e competenza spende.

Non lo deve certo ad una società assente: annuncia senza creare, cedere Zapata, Pavoletti, Strinic, Maksimovic senza sostituirli, incassa senza investire. Coraggio, Maurizio. Napoli cancella la promessa di un record vuoto, Napoli vuol credere ancora in allenatore e squadra, Napoli sogna di rivivere il 22 aprile a Torino l’impresa che assegnò a Ferlaino e Bianchi lo scudetto ‘87. Per riuscirvi non bastano buone intenzioni, ma illuminate decisioni.

Ecco, scegliere tra fede e coraggio. Puntare ancora su una formula senza più segreti e su una squadra senza più sorprese: è la prima opzione. La seconda ha un costo. Correggere, rischiare, cambiare in corsa. In difesa, sui calci piazzati si rivela un boomerang marcare a zona guardando la palla e mai l’avversario. Al centro Jorginho è bloccato da un controllo fisso che trasferisce la regia a Koulibaly e Albiol. Inutile il terzetto al centro. Tanto vale escludere Jorginho per il 4-2-3-1 provato solo per dieci minuti sabato. Il ritorno di Milik da inserire come punta avanzata non è solo una felice coincidenza. Sembra il segno del destino”.


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