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Castellammare di Stabia

Baressa, bimba contesa: il web si mobilita per la bimba tolta alla mamma

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Da 19 giorni la mamma non ha più avuto contatti con la bambina.Partita la petizione online.

Era il 3 luglio quando, su decreto del Tribunale di Viterbo  la piccola veniva prelevata con l’ausilio delle forze dell’ordine nella cittadina di Baressa, in provincia di Sassari. Quel decreto prevedeva anche una serie di incontri protetti da calendarizzare successivamente ma sembrerebbe che ancora nessun appuntamento sia stato fissato. Nel frattempo sui social è cresciuto il supporto  a questa mamma che tutte le certificazioni hanno ritenuta idonea a fare la mamma.Ma soprattutto è cresciuto l’affetto per questa bambina che si è vista strappare via al suo massimo punto di riferimento affettivo e non avrà capito il motivo di un gesto tanto crudele. La piccola è stata affidata al papà che vive a Viterbo e alla mamma è stato vietato qualsiasi contatto, anche telefonico con la figlia.

Questa prassi, in genere viene usata dai tribunali quando un bambino non vuole avere contatti con il padre. In molti casi recenti e non, abbiamo letto di bambini prelevati con le forze dell’ordine a scuola o a casa e portati in una casa famiglia, dove, lontani dalle mamme, avrebbero dovuto obbligatoriamente incontrare i padri per cercare di ricostruire un rapporto che sembrava perduto. In questi casi, per i primi tempi, alle mamme è vietato fare arrivare ai figli oggetti, giocattoli o cibi provenienti da casa ed è anche vietato loro vederli o telefonargli.

L’intenzione è quella di fare tabula rasa del passato di questi bambini, finchè non smettono di rifiutare il padre. A memoria non mi pare ci siano altre fattispecie di separazioni conflittuali in cui venga utilizzata questa prassi. Nel caso di Baressa, però,l’elemento principale sembra mancare, in quanto la bambina è troppo piccola e non ci sono rifiuti da parte sua nè della mamma alle visite al padre.  Quindi, la domanda che i 32.000 iscritti al gruppo Facebook  ‘Io Sto Con la Mamma di Baressa’ è: Perchè?

Per chiedere un po’ di umanità nei confronti di questa bambina è stata lanciata anche una   petizione online   che ha già ricevuto migliaia di firme. Anche i calciatori del Cagliari hanno espresso il loro appoggio indossando una maglietta con la scritta’Io sto con la mamma di Baressa’.  Non mancano poi i comunicati stampa dell’UDI, dell’Associazione ‘Federico nel Cuore’ , del Movimento per l’Infanzia e le dediche o le foto di tanti genitori che hanno preso a cuore questa triste vicenda.

Migliaia di persone si separano, migliaia di genitori hanno torti e ragioni; quello che è di difficile comprensione, però, è perchè a pagare debbano essere quasi sempre i bambini che, già abbastanza traumatizzati dalle separazioni, debbono perdere tutte le certezze e gli affetti più cari pagando il prezzo più alto.

Fino a pochi anni fa negli ospedali ai bambini non si somministravano antidolorifici, anche in presenza di dolori insopportabili. Poi l’Associazione Culturale  Pediatri portò alla luce questo tema, definendo ingiusto far soffrire i bambini e raccomandando l’uso degli antidolorifici anche per loro.

Ad oggi,purtroppo, non c’è stato ancora alcun intervento risolutivo da parte degli organi preposti, atto a modificare drasticamente i provvedimenti che riguardano i figli nei casi di separazione conflittuale.  Per queste creature indifese, gli antidolorifici sono ancora vietati per legge.

 

IMMAGINE: GRUPPO FACEBOOK ‘ IO STO CON LA MAMMA DI BARESSA’

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