Esiti di un risultato di un servizio conseguito dalla Compagnia di Avellino, in materia di “Frodi in danno del bilancio regionale”, per il reato di Peculato.
Avellino: Frodi in danno del bilancio regionale per il reato di peculato
N
ella giornata odierna i Finanzieri del Comando provinciale di Avellino hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, finalizzato alla confisca nei confronti del medico L.C. A., emesso dal GIP su richiesta di questo Ufficio fino a concorrenza dell’importo di € 28.684,79.
L’indagato è ritenuto responsabile del delitto di peculato (art. 314 c.p.) poiché, dirigente medico dell’A.O. “Moscati” di Avellino, quindi pubblico ufficiale, nell’ambito dell’autorizzazione allo svolgimento dell’attività professionale in regime di C.d. “Intramoenia Allargatd’, ha svolto, presso il proprio studio privato, più di 2.000 visite mediche, percependo dai pazienti visitati i relativi compensi e senza riversare all’Azienda Ospedaliera la quota parte spettante.
Infatti proprio in relazione a queste somme, percepite negli anni dal 2015 al 2018, il medico, nella sua qualità di “agente contabile”, ha omesso il versamento all’ Azienda Ospedaliera di riferimento della quota parte dovuta, pari ad € 28.684,79 ( il 21,44% del totale dei compensi), appropriandosene indebitamente.
Le indagini, coordinate da questa Procura della Repubblica e svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Avellino sono scaturite da una verifica fiscale avviata nei confronti del professionista dallo stesso reparto.
I finanzieri ricostruendo le prestazioni svolte dal medico, hanno accertato appunto che lo tesso, dipendente pubblico, ha operato presso il proprio studio privato in violazione del regime per cui era autorizzato, ricevendo direttamente dai pazienti le prenotazioni delle visite e i corrispettivi in denaro, il tutto senza passare per il canale di prenotazione dell’azienda sanitaria.
Nel complesso è stato accertato, per il periodo di riferimento, che il professionista ha omesso di fatturare visite mediche per oltre 2000 pazienti, fatturando solamente 345 visite.
Con questo comportamento il sanitario ha violato le condizioni stabilite con l’autorizzazione ricevuta per l’ “Intramoenia Allargata”.
Le attività investigative proseguono al fine di verificare se quelle già accertate rientrino in un più esteso modus operandi e se, parallelamente ad esse, vi siano ulteriori condotte criminose.
Stéphanie Esposito Perna
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