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Ucraina, Meloni: “Trump-Zelensky? Ultimo regalo del Papa a tutti noi”

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(Adnkronos) – "Non sarei mai stata lì.Non c’entravamo noi altri leader, non so se qualcuno ha pensato di doverci essere, ma io no.

Credo sia stato un momento bellissimo, e a quanto mi è stato detto dai protagonisti potrebbe anche aver rappresentato un punto di svolta.Forse l’ultimo regalo di Papa Francesco a noi tutti".

Così la premier Giorgia Meloni in un'intervista al Corriere della Sera, parlando dell'incontro di sabato a San Pietro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky e rispondendo alla domanda sul perché lei non ci fosse. "Penso che (il Papa) meritasse un funerale imponente e senza alcun intoppo, come è stato, e penso che in quel faccia a faccia ci fosse, non so come dirlo…il suo spirito", ha aggiunto. "Noi ora sosteniamo gli sforzi di Trump e siamo contenti che Zelensky si sia detto disponibile a un cessate il fuoco incondizionato, dimostrando che anche l’Ucraina vuole la pace.Ora è la Russia che deve dimostrare la stessa cosa.

Perché la tregua di tre giorni annunciata da Putin per l’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale – sottolinea quindi Meloni – è una cosa diversa, e decisamente insufficiente.E la pace dovrà essere giusta e duratura.

Il che significa soprattutto solide garanzie di sicurezza.L’Italia ha da tempo fatto la sua proposta: serve una soluzione ispirata all’articolo 5 del Trattato di Washington, anche fuori dal Trattato Nato".  "Quello che penso l’ho detto a Trump e ai leader che incontro e che ho incontrato anche in questi giorni: è necessario rinsaldare l’Alleanza atlantica non solo militarmente, e in questo dico che è giusto che l’Europa contribuisca in maniera più marcata alla propria sicurezza, perché o ci si difende anche da soli o non si può pensare di essere al sicuro in un mondo che cambia a velocità a vertiginosa.

E penso che serva riavvicinare Usa e Ue, anche perché nel frattempo altre potenze si stanno facendo avanti per prevalere negli equilibri mondiali, e non credo convenga nè all’Europa nè agli Usa che accada", ha continuato la premier. La premier, tra le altre cose, parla del possibile vertice da tenere a Roma: "Non abbiamo mai dato una data.Ci stiamo lavorando, ma ovviamente non dipende solo da noi.

Perché gli incontri portino a risultati serve tempo, bisogna prepararli accuratamente, non devono essere formali, ma sostanziali.Oggi i tempi non sono ancora maturi.

Certo, c’è la sospensione dei dazi di 90 giorni, ci sono scadenze, ma a me interessa portare a casa un accordo vero che serva all’Italia in primo luogo, come all’Europa e agli Usa.Senza fretta, ma ben fatto". A Roma o a Bruxelles? "Se Roma può essere la sede giusta perché il nostro Paese viene visto come amico e in qualche modo come sede sì europea ma non “controparte”, credo che sarà un grande riconoscimento.

Ma anche se fosse altrove, a Bruxelles o ovunque — questo sì me lo concedo — qualche merito penso di poter dire che lo avrò avuto comunque". "In vista del Primo Maggio stiamo lavorando a qualcosa di estremamente importante per i lavoratori, cioè la loro sicurezza", anticipa poi Meloni al Corsera.  "Pensiamo a degli interventi concreti per la sicurezza sul lavoro, perché è inaccettabile che ogni giornata sia scandita da morti e infortuni.Metteremo a disposizione importanti risorse che intendiamo utilizzare confrontando le nostre proposte con quelle dei sindacati e delle associazioni datoriali.

Valuteremo insieme cosa è più utile per la sicurezza dei lavoratori", ha detto —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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