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Adnkronos) – “Si parla tantissimo di intelligenza artificiale e l’obiettivo che ci siamo posti all’Irccs San Raffaele, in partnership con l’università Vita-Salute, con Microsoft è quello di fare in modo che le soluzioni dell’Ia che sviluppiamo arrivino realmente al processo di diagnosi e cura del paziente.Oggi abbiamo una grande spinta sull’Ia con moltissime pubblicazioni, ma poi la frazione degli studi che portano realmente delle soluzioni che impattano nel sistema sanitario è piuttosto piccola.Ci sono dei motivi, la qualità del dato con cui vengono sviluppate le soluzioni, anche l’impostazione che deve cogliere la sfida dell’impatto clinico e la collaborazione multidisciplinare.Tutto questo abbiamo cercato di affrontalo con Microsoft, innanzitutto con una piattaforma che cerca di industrializzare e rendere efficiente la fase di sviluppo di un algoritmo di intelligenza artificiale per la medicina personalizzata.
Partendo dalla selezione del dato fino allo sviluppo e all’implementazione dell’algoritmo che viene creato all’interno del sistema informativo ospedaliero”.Lo ha spiegato Antonio Esposito, vice direttore scientifico Irccs ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di Radiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, ospite in collegamento dell’evento ‘Trasformazione digitale dentro l’Ai’, promosso a Roma dall’Adnkronos.
La piattaforma “ci permette di interagire con il ‘real word data’ dell’ospedale in un modo smart, come interagiamo con Internet o con lo smartphone.Quindi, per esempio, possiamo porre una domanda: ‘verifica se all’interno dei dati della pratica clinica quotidiana dell’ospedale San Raffaele la prevalenza di occhi azzurri è collegata alla prevalenza di diabete’.Possiamo porre delle domande in modo semplice e ricevere delle risposte che ci permettono di risolvere la fase epidemiologica sul nostro campione e la costruzione dei dati preliminari che poi eventualmente ci porteranno ad un trial clinico per lo sviluppo di un algoritmo di Ia.
Si eviteranno – precisa l’esperto – errori degli approcci di ‘vecchia’ scuola, che accadevano nel trasferimento di dati non conformi e non automatizzati”. Sul percorso didattico dei nostri giovani studenti, “stiamo implementando i corsi di laurea in Medicina in lingua italiana e in inglese con elementi formativi che aumentino la cultura in ambito informatico e di intelligenza artificiale”, conclude Esposito. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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