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Castellammare di Stabia

Un disavanzo di sette miliardi e mezzo per la Regione Sicilia

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Nei giorni scorsi tra mercoledì e giovedì durante le sedute all’Assemblea Regionale Siciliana per l’approvazione dell’assestamento di bilancio – ovverosia lo strumento giuridico-contabile destinato ad aggiornare il bilancio di previsione annuale alle vicende economiche e finanziarie sopravvenute ed alle risultanze del rendiconto relativo all’esercizio finanziario precedente – è emerso un deficit pubblico, o anche detto disavanzo pubblico – ovverosia  è la situazione contabile che si verifica quando, nel corso di un esercizio finanziario, le uscite superano le entrate, cioè il bilancio, nella fattispecie della Regione, è negativo – di circa sette miliardi e mezzo di euro.

Le votazioni sono state quindi rinviate a questa settimana entrante anche perché c’erano diverse assenze tra le file della Maggioranza che sostiene l’attuale Governo di centrodestra del Presidente Nello Musumeci.

Una delle questioni che conseguentemente sta agitando nel frattempo l’Aula e quella degli ASU. Mancherebbero i fondi per i prossimi anni.

I lavoratori Asu, detti anche “lavoratori socialmente utili” sono stati istituiti con la legge nazionale 390 del 1981. Asu sta per “attività socialmente utili”, i cui lavoratori sono: lavoratori in cerca di prima occupazione; disoccupati iscritti da più di due anni nelle liste di collocamento; iscritti nelle liste di mobilità che non percepiscono l’indennità; lavoratori percettori di trattamenti previdenziali (mobilità, CIGS, o altro trattamento speciale di disoccupazione).

Le mansioni degli ASU sono: cura e assistenza all’infanzia, all’adolescenza, agli anziani, ai portatori di handicap, ai detenuti e ai tossicodipendenti; gestione e trattamento dei rifiuti solidi urbani e pulizia di luoghi pubblici, parchi, aree naturali; piani di recupero, conservazione e riqualificazione, di edifici a rischio, aree urbane o extraurbane, valorizzazione del patrimonio culturale, sviluppo del turismo.

Le Opposizioni ma anche parte della Maggioranza sul punto hanno espresso preoccupazioni.

Il Partito democraticodice il capogruppo dem Giuseppe Luposi opporrà con fermezza alla proposta del governo Musumeci di tagliare i fondi destinati alla stabilizzazione dei lavoratori Asu per gli anni 2022-2023. I lavoratori meritano rispetto, questo gioco delle tre carte da parte del governo Musumeci è inaccettabile: a parole promette l’impegno per la stabilizzazione, ma poi nei fatti propone di tagliare i fondi necessari per ottenerla”.

Luigi Sunseri, del Movimento 5 Stelle ha evidenziato che il governo Musumecici ha abituati ad avere numerosi dubbi sull’attendibilità delle voci di bilancio. Ci hanno condotto ad una stagnazione economica perdurante e in peggioramento, anno dopo anno. Questo governo ha dimostrato, con i fatti, di non essere in grado di realizzare gli obiettivi minimi. Una sfilza di fallimenti che hanno portato i conti della Regione in un buco così nero che la Sicilia ne avrà ripercussioni per anni e anni”.

Danilo Lo Giudice, parlamentare di Sicilia Vera iscritto al Gruppo Misto: “La vicenda degli ASU assume contorni sempre più coloriti, con l’assessore Armao che si è ormai dato alla fantascienza. Lui che brilla per assenza durante il dibattito su norme di bilancio si permette di accusare i parlamentari di assenza. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e dire chiaramente che oggi il governo sta lavorando per ulteriori tagli alle somme per gli ASU. Siamo passati da un lavoro parlamentare per la stabilizzazione, supportato dal solo Assessore Scavone cui va dato atto del suo impegno a fianco della Commissione e dei deputati, a dover combattere persino per mantenere in bilancio i fondi per il sussidio ordinario, con una proposta, questa sì di diretta proposta governativa, che prevede ulteriori tagli anche per il futuro. Non se ne può più di queste prese in giro”.

Gaetano Armao Assessore all’Economia, in una dichiarazione oggi ad una manifestazione politica organizzata da Forza Italia per fare il punto sull’azione di Governo: “Abbiamo ridotto l’indebitamento di 1,1 miliardi €, abbassato di 1,5 miliardi € l’onere quadriennale per il concorso alla finanza pubblica nazionale, azzerate le addizionali d’imposta, rinegoziato l’indebitamento sanitario con un risparmio di 100 mila € al giorno sino al 2045, chiusa la vicenda dei derivati con 50 milioni € di risparmio e 170 milioni € di risorse liberate, vinti e transatti contenziosi con un risultato favorevole per 370 milioni €, imposto nell’agenda politica nazionale la questione dei costi dell’insularità quantificandoli come mai accaduto e per questo ottenendo per la prima volta 100 milioni € di risorse dal governo centrale, introdotto i revisori dei conti della Regione, salvato dal default le province con 120 milioni € ed ottenuto per loro dallo Stato 450 milioni € per investimenti in strade, scuole, contrasto al dissesto idrogeologico, riprogrammato 600 milioni di € per sostegni alle imprese nel contrasto alla pandemia, rafforzato il sistema dei confidi per agevolare l’accesso al credito, rilanciata l’Irfis che da 7 pratiche trattate per anno del 2017 è passata ad oltre 700, ottenuti dallo Stato 300 milioni € per risolvere la vicenda di riscossione Sicilia adesso confluita in Agenzia delle entrate, chiusi enti e società in liquidazione, accorpati Crias ed Ircac, introdotto la legislazione sulla semplificazione amministrativa avanzata (l.r. 7/2019), investito 300 milioni € nel digitale facendo dell’Isola la Regione più dotata di infrastrutture digitali del Mediterraneo, restituita dignità istituzionale alla Sicilia che era scomparsa dal panorama delle Regioni italiane ed oggi guida 1) la Conferenza Intermediterranea delle Regioni, 2) l’intergruppo delle Isole europee al Comitato europeo delle Regioni, 3) la Commissione affari europei ed internazionali della Conferenza delle Regioni 4) é al vertice dell’Agenzia nazionale per la coesione”.

Adduso Sebastiano

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