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Uccide un anziano con 11 coltellate per rubargli la pensione e poi lo brucia

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Per rubargli una pensione di 650 euro lo uccide a coltellate e poi brucia il cadavere in una discarica. È Accaduto a Milazzo (ME).

span style="font-size: 14pt;">L’omicidio era avvenuto nel mese di luglio a Milazzo, comune sulla costa tirrenica della provincia di Messina. I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina sono riusciti in questi mesi a ricostruire la sequenza del delitto e adesso arrestare il colpevole accusato di omicidio premeditato e distruzione di cadavere. A incastrarlo sono state le telecamere dei sistemi di video sorveglianza. L’uomo è stato arrestato e condotto in carcere

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Nel corso della notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della locale Procura della Repubblica (Sostituto Procuratore Rita BARBIERI e dal Procuratore della Repubblica Emanuele CRESCENTI), nei confronti di Ettore ROSSITTO, classe 1964, pregiudicato di Milazzo (ME), ritenuto responsabile del delitto di omicidio premeditato e distruzione di cadavere, commesso in pregiudizio di Giovanni SALMERI cl. 1947, pensionato 73enne.

Il provvedimento restrittivo scaturisce dagli esiti delle indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina, con il supporto della Compagnia Carabinieri di Milazzo, a seguito del rinvenimento, avvenuto il 29 luglio 2020, nei pressi di una discarica abusiva in località Scaccia di Milazzo, del cadavere carbonizzato di un uomo, recante varie ferite d’arma da taglio; le prime indagini sull’evento risultarono particolarmente difficoltose in quanto il corpo della vittima era irriconoscibile e, a seguito del sopralluogo, furono rinvenuti solo un cappellino parzialmente bruciato, un portafoglio contenente 1 euro, tre mazzi di chiavi e un coltellaccio da cucina, ma non vi erano documenti identificativi, né effetti personali utili a dare un nome al defunto.

L’autopsia rivelava come l’uomo, caucasico, alto 1,65, prima di essere dato alle fiamme era stato attinto da almeno 11 coltellate al petto, all’addome e alla trachea, verosimilmente utilizzando il coltello con lama di 20 cm. rinvenuto sulla scena del crimine.

Nel corso delle successive indagini, i Carabinieri procedevano alla visione e analisi di più di 10.000 ore di registrazione di filmati estrapolati da oltre 40 telecamere di numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, ubicati nella zona del rinvenimento; tale attività consentiva di individuare, nella mattinata del 28 luglio, il transito, lungo la strada conducente sul luogo ove verrà poi rinvenuto il cadavere, di un ciclomotore con a bordo due uomini (foto), uno dei quali, il passeggero, vestiva un cappello con visiera di colore verde simile a quello repertato sul luogo del delitto e un abbigliamento compatibile con i frammenti di vestiti rimasti indosso al cadavere bruciato.

Mettendo a sistema tale scena con ulteriori immagini tratte da altre telecamere della zona, si aveva modo di individuare una densa colonna di fumo proveniente dal luogo del delitto, compatibile con l’incendio del cadavere e, poco dopo, il passaggio dello stesso ciclomotore, questa volta con a bordo il solo conducente, da una strada proveniente dal luogo dell’omicidio.

Partendo da alcuni elementi distintivi del ciclomotore e del casco del conducente, gli investigatori riuscivano quindi ad individuare un fotogramma tratto da un’ulteriore telecamera ove era possibile rilevare la targa del citato mezzo e, in questo modo, giungere all’identificazione del proprietario in Ettore ROSSITTO; l’uomo veniva quindi sottoposto a monitoraggio e ciò consentiva di accertare i suoi pregressi rapporti di conoscenza con il Giovanni SALMERI, soggetto che risultava irreperibile da tempo, sebbene nessuno ne avesse denunciato la scomparsa.

L’identificazione del cadavere in Giovanni SALMERI avveniva proprio a seguito dell’accesso eseguito dagli investigatori presso l’abitazione del predetto, effettuata utilizzando uno dei mazzi di chiavi rivenuti sulla scena del crimine. L’uomo viveva da solo e in pessime condizioni igienico sanitarie e i vicini confermavano di non averlo più visto sin dal mese di luglio.

La visione di ulteriori telecamere consentiva, inoltre, di individuare delle immagini risalenti alla mattina del 28 luglio, ritraenti il SALMERI in compagnia del ROSSITTO nei pressi di un ufficio postale di Milazzo, dove da successivi accertamenti, emergeva che il SALMERI aveva ritirato, poco prima, 650 euro di pensione. Sulla base di tale circostanza, in considerazione della sequenza temporale delle immagini raccolte, è stato possibile ricostruire il delitto commesso dal ROSSITTO il quale, dopo avere condotto il SALMERI in località isolata, sulla sponda del fiume Mela, verosimilmente sottraeva alla vittima il denaro della pensione appena riscossa dall’ufficio postale per poi ucciderlo con 11 coltellate, dando alle fiamme il corpo.

Sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, il G.I.P. ha ritenuto sussistente la premeditazione del delitto, comprovata anche da ulteriori filmati del giorno precedente all’omicidio che ritraggono il ROSSITTO mentre si reca ad effettuare 2 sopralluoghi nei pressi del luogo ove il giorno successivo avverrà il delitto, in una circostanza, invertendo repentinamente la marcia a poche centinaia di metri, essendosi accorto della presenza di una pattuglia dei Carabinieri.

Il ROSSITTO, pregiudicato e disoccupato, è stato associato alla Casa Circondariale di Messina, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante.

Adduso Sebastiano

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