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Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, torna in politica

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Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, annuncia il suo ritorno in politica “per costruire una nuova classe di giovani dirigenti in Sicilia”.

Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana

“Da quando sono tornato un uomo libero ho sempre sostenuto che il mio tempo per la politica fosse finito e il mio tempo per la politica elettiva da candidato è assolutamente finito. Intanto perché sono interdetto e poi perché ritengo che non sia giusto dopo la mia condanna ritornare in politica da candidato. Ma ho intenzione di incidere nella politica siciliana, a partire dalla costruzione di una nuova classe di giovani dirigenti in Sicilia”. Lo dice l’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, tornato libero dopo la condanna a sette anni di reclusione, scontata in carcere, per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio.

Salvatore Cuffaro, detto Totò, è stato presidente della Regione Siciliana dal 17 luglio 2001 al 18 gennaio 2008. È stato condannato definitivamente a sette anni di reclusione per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio. Recluso nel carcere romano di Rebibbia dal 22 gennaio 2011, è ritornato in libertà il 13 dicembre 2015. Nel 1989 viene assunto all’Ispettorato regionale alla Sanità e nel 1991, dopo essere stato per la prima volta eletto all’Assemblea Regionale Siciliana, va in aspettativa. Sin da giovane militante della Democrazia Cristiana, nel 1990 fu eletto consigliere del Comune di Palermo nelle file della DC e nel giugno del 1991 deputato regionale. Dopo la disgregazione della Dc, dalle cui ceneri nasce il Partito Popolare, il Cuffaro aderisce a quest’ultimo. Poi passa all’UDC (Unione Democratici Cristiani) e poi ancora all’UDEUR (Unione Democratica per l’Europa), quindi riveste la carica di Assessore Regionale all’Agricoltura e le Foreste nei cinque governi regionali durante la Giunta Provenzano di centrodestra (1996-1998), la I^ e II^ Giunta Drago di centrodestra (1998), la I^ e II^ Giunta Capodicasa di centrosinistra (1998-2000) e durante la Giunta Leanza di centrodestra (2000-2001). Scelto dal leader siciliano del centro destra Gianfranco Micciché come candidato presidente della coalizione di centrodestra nella prima elezione diretta del presidente del governo regionale (che lo preferirono a Nello Musumeci), il 17 luglio 2001, è risultato eletto con il 59% dei voti.

Viene anche nominato Commissario straordinario per l’emergenza idrica e di Commissario delegato per l’emergenza rifiuti, il che gli permette di occuparsi della riorganizzazione del sistema degli acquedotti, facendo sequestrare numerosi pozzi privati e della predisposizione del piano energetico. Con il CDU ha partecipato alla fondazione dell’Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro (UDC), che ha unito a livello nazionale partiti che si richiamavano alla Democrazia Cristiana e che erano favorevoli a un’alleanza all’interno della coalizione di Silvio Berlusconi. Il 9 aprile 2006, è stato eletto Senatore della Repubblica, come capolista dell’UDC nella circoscrizione Sicilia, ma si è dimesso il 24 luglio successivo, vista l’incompatibilità con la carica di presidente della Regione Siciliana. Dopo meno di due anni dalla seconda elezione, il 26 gennaio 2008, si dimette dinanzi all’Ars dalla carica di presidente della Regione siciliana, dopo la condanna in primo grado a 5 anni ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, dopo giorni di pressioni da parte dell’opinione pubblica. In vista delle elezioni politiche del 2008, Pier Ferdinando Casini definisce Cuffaro un “perseguitato politico” ed annuncia che egli sarà candidato alle consultazioni nazionali, violando dunque la promessa, in campagna elettorale, di non candidatura per chi avesse subito condanne. Il 13 aprile 2008 è stato nuovamente eletto Senatore nel collegio Sicilia, nella lista UDC, aderendo al sottogruppo Udc, all’interno del gruppo Udc-SVP, Io Sud, Autonomie. Dal 24 febbraio 2009 è membro della Commissione di Vigilanza Rai. A seguito della condanna definitiva, il 2 febbraio 2011 il Senato della Repubblica accoglie le sue dimissioni. A seguito della condanna definitiva del 22 gennaio 2011, l’amministrazione regionale lo ha licenziato, come previsto dalla legge per i dipendenti che sono condannati per reati contro la pubblica amministrazione. Lo stesso giorno si costituisce a Rebibbia. Iscritto ai Radicali Italiani dal 2014,[17], viene scarcerato in anticipo nel dicembre 2015 e nel settembre 2016 partecipa al 40º Congresso straordinario del Partito Radicale Transnazionale. l 25 gennaio 2017 si laurea in Giurisprudenza presso la facoltà della Sapienza di Roma con una tesi sul sovraffollamento delle carceri.

“Io ho scontato le mie condanne, altri non le hanno avute – afferma Cuffaro – Sono stato messo in croce politicamente. Guardando la povertà politica che c’è stata in questi ultimi anni, questo mi ha portato a riflettere che tutto sommato forse non sono stato il peggiore tra quanti hanno governato questa terra. Ho visto tanti moralisti che su di me hanno ritenuto di dover fare i loro atti di accusa, scoprirsi di gran lunga più peccatori di me”.

“Una delle tante difficoltà che esistono oggi – aggiunge – è la mancanza di una classe politica che possa stare all’interno delle istituzioni”.

“Io ho iniziato a fare politica facendo la scuola della “Camiluccia”, perché sono democristiano, quelli del Pci facevano un’altra scuola – ricorda – Ma c’erano comunque le scuole di partito che formavano le persone. La scuola politica si costruisce giorno dopo giorno. Ho intenzione di formare dei giovani che possano costituire l’ossatura, la nuova classe dirigente di una politica che guardi alle idee e sia preparata politicamente, per poter poi entrare nelle istituzioni: ci sono tanti ragazzi che hanno voglia di interagire con me e che formeremo, li candideremo a partire dalle prossime elezioni comunali”.

Il partito “Non è un problema di schieramento – conclude – ma di cultura politica. Non avrei problemi se andassero nella Lega o nel Pd o ovunque, perché se una classe politica si forma con valori e poi sceglie di portare questa formazione dentro questo o quel partito, credo che sia un dato positivo. Era quello che faceva l’Azione Cattolica”.

a href="https://vivicentro.it/author/sebaddu/">Adduso Sebastiano

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