Un terremoto devastante torna a colpire il Messico appena 12 giorni dopo l’ultimo violento sisma. La scossa è stata avvertita in molte zone del Paese e ha provocato il crollo di palazzi anche nella capitale Città del Messico. Il bilancio provvisorio parla di 226 morti e oltre 4 milioni di persone senza elettricità. I soccorritori sono al lavoro per cercare i dispersi.
Messico, almeno 248 morti per il terremoto. Oltre 4 milioni di persone al buio
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Tra le vittime anche 21 bambini rimasti sotto una scuola crollata
È di almeno 248 vittime il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che è ha colpito il Messico mentre 4 milioni di persone sono rimaste al buio. Migliaia di persone terrorizzate, poco dopo le 13 di martedì, si sono riversate in strada per sfuggire agli edifici che si sgretolavano, solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato oltre 5 mila vittime. L’epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico. Ci sono vittime anche nella capitale, dove sono crollati una quarantina di edifici comprese due scuole secondo l’ultimo bollettino del capo della protezione civile, Luis Felipe Puente. Tra le vittime, almeno 20 bimbi della scuola elementare Rebsamen, a Città del Messico, e una maestra.
Terremoto Messico, gravi danni anche allo Stadio “Azteca”
Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. «È emergenza nazionale», ha dichiarato il presidente Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. «La priorità adesso è salvare chi è rimasto intrappolato e curare i feriti» ha aggiunto. Nieto ha riferito che il 40% di Città del Messico e il 60% dello Stato di Morelos sono rimasti completamente senza energia elettrica.
Tutte le scuole sono state chiuse a Città del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L’aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, è stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. «Dio benedica la gente di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi», ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l’ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze inviando «un forte abbraccio a tutti».
Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dall venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un’eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. È il vulcano più attivo del Messico. L’ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest’anno.
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