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Scafati, arresto bis Aliberti: la moglie chiede più umanità, ma le intercettazioni inguaiano l’ex sindaco

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Tramite un post su facebook la moglie dell’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, invita la magistratura ad un atteggiamento “più umano”; ma le intercettazioni inguaiano l’ex sindaco

Mi sembra giusto rompere il silenzio dopo la nuova disposizione d’arresto di mio marito, Pasquale Aliberti”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale di FI Monica Paolino tramite un post apparso sulle sue pagine social.
Un silenzio che nasce da un dolore molto grande che ci portiamo dentro tutti. Si. Perchè se ci domandiamo: “Potevamo gestire meglio la situazione? La risposta più ovvia è si. Potevamo.”
“Anche se giudicare dall’esterno è molto più semplice che vivere le situazioni in prima persona, bisogna calarsi nei panni e nella pelle degli altri per poter davvero capire. E nel nostro caso c’è veramente poco da capire. Non c’è, infatti, nessun contatto con gli ambienti camorristici cui si fa riferimento nell’inchiesta ‘Sarastra’, nelle presunte missive che sarebbero state smistate da Roccaraso, non ci sarebbero indicazioni o ‘pizzini’ alla camorra, ma esternazioni d’affetto e d’amicizia di un uomo solo, fortemente provato dalla detenzione prima al carcere di Fuorni e poi agli arresti domiciliari a Roccaraso.”
Intanto, però, il quotidiano laCittàDiSalerno ha pubblicato stralci delle intercettazioni che hanno messo di nuovo nei guai l’ex sindaco di Scafati. La conversazione più compromettente vedrebbe proprio la moglie come protagonista che confessa ad un’amica:tranquillissima, sai perché? – dice la Paolino parlando al telefono – Era tutto concordato … capito? Tranquilla … niente di ché! Ieri c’ho parlato … era concordata questa cosa ….
La conversazione intercettata dalla Dia riguarderebbe la sera del 20 aprile scorso e la telefonata si chiude con la Paolino che, in merito al ricovero del marito, dice: “Questo è un rafforzativo, hai capito?”. Per gli investigatori – tesi accolta poi dal giudice – la consigliera regionale si riferirebbe “alle motivazione di una eventuale richiesta di avvicinamento”. Quella sera il fratello Nello Aliberti chiama prima il 118 per mandarli a casa del fratello che avrebbe abusato di tranquillanti: due minuti più tardi, avverte anche i carabinieri della stazione di Roccaraso, informandoli del tentativo di suicidio.

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