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Salvini resta in trincea, mette l’elmetto e, senza dire, dice: “si va avanti come dico io”

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Salvini lascia dire ma non dice. E se dice, dice “si va avanti come dico io” e quindi: nessuna delega in bianco a trattare con l’Europa. Né a Giuseppe Conte né a Giovanni Tria.

Salvini resta in trincea, mette l’elmetto e, senza dire, dice: “si va avanti come dico io”

Il vicepremier Salvini resta in trincea ed alza un’ennesima cortina fumogena utile a consentirgli di operare nella nebbia e svicolare su domande non gradite. L’ultima cortina è quella che ha liberato proponendo un patto fiscale per far emergere il denaro depositato nelle cassette di sicurezza delle banche. Insomma, è come dire: mai metterò le mani nelle tasche degli italiani, ma nelle loro cassette di sicurezza sì, per cui …. fumo, tanto fumo: ed avanti come voglio io!

A

lla vigilia del vertice con il Premier Conte e il ministro dell’Economia Tria, ormai in corso a Palazzo Chigi assieme anche a Luigi Di Maio, il leader della Lega manda messaggi tutt’altro che distensivi e, tanto per alzare polvere come sempre in modo da far passare in secondo piano le cose reali, e serie, propone un patto fiscale per far emergere il denaro depositato nelle cassette di sicurezza delle banche.

Intanto però, nella realtà dei fatti e delle azioni, fa intervenire, in occasione dell’informativa del ministro dell’Economia in Parlamento sulla possibile procedura d’infrazione per l’Italia, i due euroscettici del Carroccio, Claudio Borghi e Alberto Bagnai che, a mo’ d’apripista si portano avanti al grido «non ci faremo umiliare» da Bruxelles invitano Tria a dire no «a una ottusa e subalterna adesione a regole cui nessuno crede più».

Poi, a Conte che a più riprese, durante l’incontro con i giornalisti, ripete che ritiene di avere la fiducia dei suoi vicepremier, dando di conseguenza per scontata la delega a rappresentare la posizione dell’Italia al tavolo con del Consiglio europeo «a meno che…qui c’è il vicepresidente Salvini…», dice toccandogli un braccio con un sorriso (vedi video), sorride ma rimane con la bocca chiusa e poi, anche a Porta a porta dove è stato ospite poco dopo, si è limitato a dire che «nessuno ha messo in discussione il ruolo di Conte» e poi, tanto per sviare e dare altro mangime sul quale spera si butteranno a beccare i polli, lancia la proposta di tassare i contanti chiusi nelle cassette di sicurezza «per rimettere in circolo questi soldi».

Ermetico lui quindi, per niente i suoi “salviscisti”, per cui sarà solo al termine del vertice di oggi che si comprenderà davvero quale sarà il raggio d’azione del Premier Conte e di Tria.

Il leader della Lega evita quindi, per ora, di spingere troppo sull’acceleratore e, una volta alzato il polverone delle mani che vorrebbe porre non nelle tasche degli italiani, ma nelle loro cassette di sicurezza, svicola e non conferma, ad esempio, come scrive Il Sole 24ore,

“la possibile nomina di Bagnai al ministero delle Politiche comunitarie lasciato vuoto da Paolo Savona, circolata nei giorni scorsi e salutata con favore da big del Carroccio come il ministro Gianmarco Centinaio. Ribadisce che però la nomina deve arrivare presto, «entro giugno» (anche se non usa i toni perentori di qualche giorno fa). Molto dipenderà da quanto accadrà nelle prossime ore. E dalle scelte sulle altre caselle vacanti. A partire da quella del commissario italiano. La Lega punta a Industria e Concorrenza. In pole position c’è Giancarlo Giorgetti: «Faccio quello che serve, la mia storia è questa qua. Io non sono quello che comanda: quello che mi chiedono, faccio…», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio”.

Insomma, è come rimarcare e ricordare che su di lui il Caporal Salvini può sempre contare e sembra rimarcare che, nella commedia del “Servitore” in scena a Palazzo Chigi, indubitabilmente lui può utilmente impersonare una delle maschere a secondo di come “sior comanda e aggrada”.

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