La Presidenza Consulta Architetti P.P.C. di Sicilia esprime viva soddisfazione per l’approvazione della riforma urbanistica regionale.
«Speriamo si apra una nuova e positiva pagina per la nostra Regione, offriremo il nostro contributo anche alla redazione dei decreti di attuazione della norma». È con queste parole che la Consulta regionale degli Ordini degli architetti siciliani esprime viva soddisfazione per l’approvazione della legge urbanistica regionale avvenuta nei giorni scorsi all’Ars.
«Finalmente lasciamo alle spalle una legge vecchia di oltre 40 anni – dichiara il presidente Pino Falzea (nell’immagine di copertina) – una legge ormai inadeguata al governo di territori che attendono azioni decise e tendenti verso la salvaguardia ambientale, la drastica riduzione del consumo di suolo, la riqualificazione e rigenerazione urbana».
In questi anni Consulta Regionale e Ordini territoriali hanno offerto il loro contributo al testo della riforma urbanistica, considerata fondamentale per coniugare sviluppo e salvaguardia del territorio in una Regione come la Sicilia, affamata di crescita economica e spesso deturpata sotto il profilo ambientale.
«Abbiamo cercato di supportare la Regione – ha aggiunto Falzea – con diverse iniziative a Milazzo ed Agrigento che hanno aperto e rafforzato il confronto tra istituzioni, noti urbanisti componenti del prestigioso Istituto Nazionale di Urbanistica sezione Sicilia, rappresentanti dei consigli degli Ordini ed estensori della riforma, tra cui l’assessore Totò Cordaro e gli onorevoli Giampiero Trizzino e Pino Galluzzo.
«Abbiamo cercato di dare il nostro contributo – ha continuato Falzea – anche durante le riunioni della Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, in cui si sono confrontati il presidente della Regione Nello Musumeci, il presidente della IV^ Commissione legislativa Giusi Savarino e i presidenti degli Ordine degli architetti di Agrigento Alfonso Cimino, di Caltanissetta Paolo Lo Iacono e di Catania Alessandro Amaro (già presidente della Consulta regionale degli architetti), nonché il vice presidente della Consulta regionale degli agronomi Roberta Andaloro, il professor Giuseppe Trombino ed altri esperti del settore».
Convinti che la nuova legge urbanistica regionale «possa certamente contribuire ad alleggerire i percorsi di pianificazione urbanistica comunale, divenuti oramai pesanti e obsoleti, ma consapevoli che occorrono i tempi di metabolizzazione delle innovazioni, gli architetti siciliani attraverso la Consulta dell’Ordine continueranno ad offrire il loro contributo anche per la delicata fase di redazione dei decreti attuativi. Saremo come sempre – conclude l’architetto Falzea – al fianco delle istituzioni per non far mancare il nostro supporto in questa importante sfida per la crescita e la trasformazione delle nostre città , dei nostri territori e delle nostre comunità ».
La Riforma Urbanistica in Sicilia dopo 41 anni.
Dopo oltre quarant’anni, la Regione si dota di una legge che ridisegna e semplifica i criteri e le procedure di governo del territorio siciliano. Una normativa tanto attesa, che dà protagonismo agli Enti locali, chiamati adesso a una stagione di rigenerazione urbana, nel rispetto assoluto dell’ambiente.
«
La stagione delle riforme oggi raggiunge una nuova e significativa tappa: il Piano urbanistico regionale è uno strumento del quale si avvertiva la necessità da diverso tempo e grazie al quale potremo dare una linea di sviluppo all’attività urbanistica dell’Isola, coinvolgendo non solo le aree urbane ma anche i territori rurali a destinazione agricola, i trasporti, la vocazione turistica, l’energia. Uno strumento di grande importanza, a distanza di 41 anni dall’ultimo testo di sistema».
Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, spiegando le ragioni di una riforma attesa da tanti anni e che è stata presentata oggi a Palazzo d’Orleans, insieme all’assessore al Territorio Toto Cordaro e al dirigente generale del dipartimento Urbanistica Giovanni Salerno.
«Si punta sulla riqualificazione dell’esistente – ha aggiunto il governatore – immaginando uno sviluppo organico senza consumo di suolo e attraverso una semplificazione delle procedure che prevede un’ampia autonomia e quindi maggiori responsabilità per i Comuni siciliani nelle scelte di carattere urbanistico, insieme a una riduzione notevole dei tempi di approvazione, che passeranno dagli attuali 540 giorni ai 180 previsti dal testo di riforma».
Per l’assessore al Territorio, Toto Cordaro «si provvede a colmare una lacuna, introducendo importanti novità , all’insegna della razionalizzazione e per uno sviluppo armonico e sostenibile delle città e del territorio».
Il Ptr, il Piano territoriale regionale, che definisce finalità e indirizzi in materia di governo del territorio su scala regionale e che orienta, indirizza e coordina la programmazione delle risorse e la pianificazione urbanistica. Nel Piano è contenuta la programmazione delle risorse e la pianificazione delle città metropolitane, dei consorzi e dei Comuni, singoli e associati.
«Si tratta di uno strumento articolato, perché la materia è complessa – ha aggiunto il presidente Musumeci – e ci siamo accostati a essa con due obiettivi. Il primo è di carattere finanziario: riqualificare l’esistente significa razionalizzare ed economizzare anche gli interventi finanziari. Il secondo è quello della semplificazione: meno attese per il cittadino, tempi più brevi per l’ente pubblico. Affidiamo, da ora in poi, ai Comuni la quasi totalità delle responsabilità inerenti le scelte urbanistiche».
Il disegno di legge si compone di 53 articoli, ed è stato elaborato dalla struttura interna dopo avere ascoltato diverse professionalità e rappresentanti del mondo accademico. Un’attenzione particolare assume l’aspetto legato al rischio sismico e idrogeologico. Questo testo di riforma – al quale si è lavorato per circa sei mesi – si caratterizza infine per l’assoluta mancanza di condoni o sanatorie.
Lascia un commento