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Raddoppio ferroviario: a giugno 2020 il bando di gara

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A giugno 2020 la gara per il raddoppio ferroviario Messina-Catania nel percorso tra Giampilieri e Fiumefreddo.

span style="color: #000000; font-size: 18pt;">A Giugno 2020 il raddoppio ferroviario della Messina-Catania nel percorso tra Giampilieri e Fiumefreddo inizierà a divenire più concreto

Ci si era occupati del raddoppio ferroviario Messina-Catania sul percorso tra Giampilieri e Fiumefreddo in un articolo “16 Marzo 2019 Ferrovie, 1,7 miliardi per la Palermo-Catania e gara entro giugno per il raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo”.

A fine novembre 2019 era già in fase conclusiva la conferenza dei servizi per il progetto esecutivo e che nei primi sei mesi del 2020 avrebbe dovuto vedere eseguire la gara d’appalto, la più importante del Sud come sottolineato dal dirigente degli Investimenti di Rete Ferroviaria per la Sicilia orientale Salvatore Leocata che lo aveva annunciato a Palazzo dei Leoni (un edificio storico della città di Messina, sede della provincia, poi città metropolitana siciliana) nel corso dei lavori della Cgil sulle infrastrutture per l’Isola “Laboratori per il lavoro”. I cantieri disse dovrebbero aprire nel 2021 con investimenti complessivi pari a due miliardi e trecento milioni di euro.

Adesso a dare la conferma che tutto sta (si spera) proseguendo a buon fine, è l’Assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone “L’iter di appaltabilità del raddoppio è progressivamente andato avanti. Tanto che entro giugno procederemo alla pubblicazione del bando di gara”.

Insomma, pare finalmente che la Riviera Jonica messinese-catanese, dopo cinquant’anni di trasversale accidia e ipocrisia politica e sin dal 1969, anno in cui fu costruita l’autostrada A18 Messina-Catania che diede un notevole impulso al cambiamento territoriale economico-occupazionale, possa rivedere tornare degli investimenti pubblici suoi propri territori, quali alcuni svincoli autostradali tra cui “9 Febbraio 2020 Lo svincolo A18-S.Teresa-Val d’Agrò (ME) diventerà realtà” e il raddoppio della tratta ferroviaria Messina-Catania nei 42 chilometri tra Giampilieri-Fiumefreddo – mentre per il resto del percorso esiste già il doppio binario – di cui, secondo il progetto, ben 38 chilometri verrebbero realizzati in galleria per evitare l’attraversamento dei centri abitati.

Saranno realizzate anche le fermate di Itala-Scaletta, Nizza-Alì, Sant’Alessio-Santa Teresa, e Fiumefreddo-Calatabiano, mentre è previsto il collegamento dell’attuale stazione di Letojanni alla nuova linea. Tutta la tratta ferroviaria verrebbe spostata a monte rispetto al tracciato attuale, che invece scorre lungo la costa ionica guardando il mare e regalando paesaggi di impareggiabile valore. Si tratta di un intervento dal valore stimato di 2,3 miliardi di euro.

Nel frattempo sembra arrivato un accordo con il Comune di Giardini Naxos che chiedeva per prima cosa di mantenere una stazione con la denominazione congiunta Giardini-Taormina e di rimettere in funzione la vecchia ferrovia che collega Alcantara a Randazzo collegandola alla nuova stazione ferroviaria del doppio binario. Stando a quanto deciso la nuova stazione prevista per Taormina non si chiamerà solo tale, ma manterrebbe l’attuale nome di Giardini-Taormina, seppure individuata in altro sito, e cioè sotterranea sotto il parcheggio Lumbi. La fermata precedente che, stando al progetto si dovrebbe trovare a Trappitello e avrebbe dovuto avere denominazione Alcantara-Giardini, finirebbe per chiamarsi soltanto Alcantara.

Un parere del Ministero dell’Ambiente – il cui membro del Governo è Sergio Costa del M5S – n° 3166 sottoscritto in data 08/11/2019, impone infatti, in via di avviamento, la redazione del progetto esecutivo del raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri, alla prescrizione n° 6, per quanto concerne l’Alcantara-Randazzo che sia “definito e presentato con il recupero dell’infrastruttura” tramite un “confronto con Enti locali per i progetti di utilizzo”. Per quanto concerne la stazione di Taormina-Giardini, la sua salvaguardia sarebbe pertanto sancita dagli elaborati integrativi presentati da RFI in fase istruttoria, con la previsione del mantenimento all’esercizio dell’intera tratta Letojanni-Alcantara per l’utilizzo in ambito locale.

L’opinione.

Da queste pagine ci si batte da sempre, anche con (rispettose) brusche critiche, per lo sviluppo e il lavoro, senza guardare in faccia alcuno, destra, sinistra, centro e movimento, ma neanche caste, corporazioni, ordini professionali, associazioni varie e di categoria, imprenditori, sindacati e cosiddetta società civile. Consapevoli come si è – anche per esperienza in trincea – che diversamente la Sicilia continuerà a rimanere in mano alla trasversale politica arrogante di sempre, vecchia e nuova, matusalemme e giovane, nonché al bisogno, opportunismo, clientelismo, voto di scambio sociale, favoritismo, mercimonio, prostituzione esistenziale, corruzione e mafia. Il resto dei magniloquenti annosi declami, istituzionali, economici, sociali, pedagogici, antimafia, ecc. si sono unicamente rivelati ri-tritate retoriche, specialmente di blasonati allineati o assoldati dal costituzionale sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico forzosamente assoggettante, nazionale e regionale, al fine di garantirsi la continuità elettorale e mediatica del potere, per poi essere mantenuto con il debito pubblico e l’estorsione fiscale, ovverosia con il sangue lavorativo dei cittadini produttivi, proprietari e operosi, causando per questo negli anni anche il dissanguamento della forza biologica dell’Isola con una emigrazione di massa nell’ordine di circa duecentomila persone. Se fossimo in una Nazione seria, forse questi (tanti) sprezzanti responsabili, sarebbero quanto meno a chiedere l’elemosina per il notevole male provocato negli anni alla Sicilia (e insieme ad altri molti loro simili nelle altre regioni, all’Italia intera).

Adduso Sebastiano

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