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Castellammare di Stabia

Politica: vento del Nord, dell’Est o del Sud che sia, le promesse porta via

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In politica si sa, il MAI non esiste per cui sarebbe buona cosa se i politici evitassero di usarlo, se non altro per salvare la faccia, ed invece ….

E

d invece, in politica, lo usano di continuo anzi, il MAI è tra i più (ab)usati. Perché ci si chiede? Forse perché faccia non hanno, fan di numeri e numeri danno secondo convenienza?

Fatto sta che quasi ieri così si esprimeva Berlusconi:

“Mi sono sentito il dovere di scendere in campo per evitare che al Governo ci andasse una setta con un capo che è un pluricondannato di Genova che da ordini a persone senza arte né parte di cui l’87% non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi. E quindi o hanno evaso o, più probabilmente, mai lavorato”. [ascolta]

Ma poverino!!!

Quanti sacrifici è costretto a fare. Peggio di un centrocampista o di un’ala destra, sempre lì pronto a scendere in campo costretto dagli eventi.

Non importa se piove, grandina o nevica.
Quando il dovere chiama lui corre.
Corre e prova a salvare l’Italia o forse?????
Forse, più realisticamente, Italia uno e tutto il suo impero?

Comunque sia, lui parte lancia in resta e scende in campo ma poi….
poi ecco che, lì giunto, gli eventi, ovverossia “i venti” della convenienza che spirano in altro senso, gli remano contro e lo costringono a cambiare rotta.

Ah questi eventi e venti che ci mettono sempre lo zampino, ma non importa.
Lui è sempre pronto a cambiar rotta e lo fa con una disinvoltura incredibile.
Disinvoltura derivante, si vede, dal suo essere un uomo molto navigato.
Un nocchiero nato.
Un capitano d’alto bordo e di lungo corso. Un Commodore (anche se l’oggi e dei PC anche ai bambini).
Ecco allora che, come se niente fosse, cambia rotta e aspetta anche l’applauso che merita al capitano che ha evitato la tempesta ed ha scelto di cercare il sole.
E fa niente se questo sole è quello di paradisi a lui ben noti e solo per lui accoglienti.
Va bene per lui, va e deve andare bene per tutti.

Ed è per questo che, dopo aver saettato contro il Movimento cinque Stelle ed i Pantastellati,

oggi è pronto a trattare con Luigi Di Maio sulle presidenze delle Camere.

La decisione sembra essere stata presa dopo il vertice del centrodestra per cui si cambia rotta:

«dal tutti contro tutti,
si passa al tutti insieme e vulimmece bene»

come nella canzone di Gianni Celeste che recita:

quanta cos ca succeden, quanta gent nun ce sta, quanta giuvinott bell stann senza libertá
simm figlij nuie e sta terr, nun é tard pe capí, ca se ce facimm guerr, tanta gent po murí
é bella la vita perció vá vissuta, vivimmele insieme facimmece guerr di fiori e di baci, cantamm cchiu voc, vulimme cambá [… ascolta ….]

Così Berlusconi oggi (ieri sera per chi legge) nonostante che, sempre ieri, il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, avesse smentito le indiscrezioni che già circolavano con un netto:

“Non mi sembra il caso”.

Già più cauto, invece, il suo collega di partito Maurizio Gasparri:

“Mi sembra improbabile, ma andiamo per gradi,
ora pensiamo a eleggere i presidenti delle camere”.

Intanto però, anche se Berlusconi traccia la nuova rotta, deve tener di conto che scogli e secche, o sacche, non mancano nemmeno qui: sono le famigerate “sacche degli indagati”.

Il M5S, infatti, risponde subito alla nuova rotta indicata da Berlusconi e mette un cerchio proprio su queste sacche evidenziandole con un:

girare alla larga, da evitare!

Ma anche nei pentastellati, nostromo Grillo e nocchiero Di Maio, stanno aggiusando la rotta anche se,….

se si chiede come mai il ciclone del Parlamento si sta riducendo a semplice burrasca ecco, ad esempio, come risponde la senatrice Paola Taverna:

“Mai con Berlusconi?
Ma lui non è nemmeno in Parlamento”
,

provando a glissare.

Ma poi non ce la fà, e chiude la porta sbottando:

“Io il no a Berlusconi lo dico da quando sono nata”.

E questo è!

Noi però siamo certi che il commodore Berlusconi riuscirà a trovare il varco giusto per passarci in mezzo a tempeste, secche e sacche, magari con qualche aiutino del “dio NeTTuno”:

ricordate la famosa canzone? NeTTuno, ti giuro NeTTuno, nemmeno il destino ….. ecco!

(per i millenians che non possono conoscere la canzone ed afferrarne il senso: leggere di Scilipoti, saggi ed altri mercatini rionali vari di stanza in Parlamento)

Comunque sia: così è e così sarà. Come sempre.
E, come sempre, che dire se non: io speriamo che me la cavo?

Restate sintonizzati e ne leggerete di balle, pardon di belle, dato che, in giornata, tutti i partiti entrati in Parlamento si dovrebbero riunire intorno a un tavolo.

Stanislao Barretta

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