Napoli, sequestrati due stabilimenti balneari abusivi, scoperti due lavoratori in nero: l’Operazione della Guardia di Finanza
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha sottoposto a sequestro, sullo scoglio di Marechiaro, numerose attrezzature balneari utilizzate da 2 soggetti di nazionalità italiana che occupavano abusivamente un’area demaniale marittima esercitando di fatto attività di noleggio di lettini e sedie.
In particolare, le Fiamme Gialle del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli, con l’ausilio della Stazione Navale, nel corso dell’accesso sullo scoglio, raggiungibile solo via mare, hanno riscontrato che gli stabilimenti balneari stessero operando senza alcun tipo di autorizzazione e concessione ed hanno provveduto a sottoporre a sequestro 240 lettini e oltre 50 sedie depositate sugli scogli.
Inoltre, presso il luogo di partenza delle c.d. “navette” da e verso gli stabilimenti abusivi, sono stati scoperti 2 lavoratori “in nero” che svolgevano anch’essi illecitamente attività di trasporto marittimo di alcuni bagnanti. Nei confronti del datore di lavoro dei barcaioli è stata richiesta la sospensione dell’attività commerciale e proposta la c.d. “maxisanzione”, che va da 1.800 a 10.800 euro per ciascun dipendente non in regola. Sono state poi elevate sanzioni, fino ad un massimo di 11.000 euro, per le 2 imbarcazioni che effettuavano senza autorizzazione il trasporto di persone a pagamento. I titolari del lido sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e dovranno rispondere di occupazione abusiva di spazio demaniale, ai sensi del Codice della Navigazione, mentre sono in corso approfondimenti per valutare l’entità dell’evasione fiscale.
L
’intervento, che rientra nell’ambito dell’intensificazione dell’azione di contrasto all’economia illegale e sommersa sul finire della stagione estiva, testimonia l’impegno della Guardia di Finanza di Napoli nell’arginare comportamenti illeciti sull’utilizzo del pubblico demanio marittimo, che rischia di creare situazioni di sopruso su alcuni cittadini e bagnanti costituendo, altresì, una forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori del settore che rispettano le regole.
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