Si sono costituiti parte civile i commercianti di Ponticelli, Napoli, vittime di estorsione da parte dei clan: 3 affiliati al clan De Micco alla sbarra
Iniziano le udienze presso il tribunale di Napoli per il processo che vede imputate tre persone che dovranno rispondere del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di dieci commercianti Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli.
I fatti risalirebbero all’inverno scorso, quando i tre presunti estorsori, nel periodo delle festività natalizie avrebbero minacciato i commercianti chiedendo somme di denaro tra i 250 e i 1000 euro.
Stando a quanto riferito da Napolitan.it, gli estorsori avrebbero affermato che i soldi erano destinati al sostentamento dei detenuti e a rifocillare le casse dell’organizzazione criminale del clan di appartenenza che stava cercando di ricompattarsi per scalzare l’egemonia del sodalizio subentrato nel controllo degli affari illeciti a Ponticelli.
I tre presunti estorsori, difatti, secondo quanto emerso dall’attività investigativa degli agenti del locale commissariato, capeggiati dal sostituto commissario Vittorio Porcini, stavano cercando di ricompattare il clan De Micco colpito profondamente dal blitz dello scorso novembre nel quale furono arrestate 27 persone.
L
e dichiarazioni rese dalle vittime hanno concorso a delineare un quadro d’indagine più chiaro che ha portato all’arresto dei tre presunti estorsori.
Facendosi coraggio a vicenda e attingendo forza dallo spirito di unione che anima l’associazione antiracket, hanno convertito la paura in coraggio fino a metterci la faccia, senza indugi, animati dalla ferma convinzione di essere dalla parte giusta, quella della legalità, e adesso chiedono che gli venga assicurata giustizia.
Otto commercianti si sono costituiti parte civile al processo unitamente all’associazione FAI antiracket di Ponticelli. La difesa delle vittime è affidata all’ufficio legale della FAI, Federazione delle Associazioni antiracket e antiusura Italiane. Il processo si svolgerà con rito abbreviato. Trentadue anni di reclusione in totale e 30mila euro di multa sono le richieste di condanna formulate dal PM. La sentenza è prevista per il prossimo luglio.
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