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Napoli, l’intimidazione dei clan: bruciata la porta di casa di una prostituta

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Una intimidazione, o forse un tentativo di estorsione con ragioni da ricercare nel mondo della prostituzione. Potrebbe esserci questo, informa ilMattino, dietro l’incendio di sabato notte davanti a un “basso” del quartiere Pendino di Napoli, dove presta i suoi servizi una prostituta di origine cinese. Le fiamme sono state fortunatamente spente  poco prima che arrivassero all’interno dell’appartamento della donna; i Vigili del Fuoco, durante il sopralluogo, avrebbero appurato che si era trattato di un incendio doloso: sulla porta dell’abitazione, infatti, sarebbero state trovate tracce di liquido infiammabile e a terra, poco distante, era stata abbandonata una tanica contenente lo stesso liquido. La donna, che avrebbe riferito di essersi accorta del fuoco solo quando le fiamme erano già molto alte e di non aver visto nessuno nei paraggi, non è stata in grado di fornire elementi utili agli investigatori. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che al momento non escludono nessuna pista; tra quelle maggiormente accreditate, l’ipotesi che l’intimidazione possa essere legata al mondo della prostituzione, probabilmente da parte di qualche clan che intende riaffermare il “monopolio” sul giro d’affari legato al sesso a pagamento nella zona.

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