Napoli, detenuto 40enne morto suicida all’interno del carcere di Secondigliano. Il garante dei detenuti Ciambriello: “Quando si muore in carcere è una sconfitta per tutti”
Un detenuto di 40 anni si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella all’interno del Carcere di Secondigliano, Napoli. L’uomo, originario di Battipaglia, era stato arrestato lo scorso luglio. Proprio in questi giorni doveva iniziare il processo di primo grado nei suoi confronti. A riferirlo è stato il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello che ha così commentato la notizia: “Anche in questo luogo così remoto vanno rispettati i diritti e la dignità delle persone. Quando si muore di carcere ed in carcere è una sconfitta per tutti: sia per gli operatori che si prodigano quotidianamente, tra mille difficoltà a rendere più umane le pene, sia per la politica che ha fatto del carcere e, più in generale, della giustizia penale, un luogo di afflizione, di vendetta ed esclusione sociale. Occorre bilanciare la certezza della pena, il bisogno di giustizia delle vittime, con la possibilità di recuperare e far ricominciare a chi ha sbagliato”.
Anche in questo luogo così remoto vanno rispettati i diritti e la dignità delle persone. Quando si muore di carcere ed in carcere è una sconfitta per tutti: sia per gli operatori che si prodigano quotidianamente, tra mille difficoltà a rendere più umane le pene, sia per la politica che ha fatto del carcere e, più in generale, della giustizia penale, un luogo di afflizione, di vendetta ed esclusione sociale. Occorre bilanciare la certezza della pena, il bisogno di giustizia delle vittime, con la possibilità di recuperare e far ricominciare a chi ha sbagliato. Occorre bilanciare la certezza della pena, il bisogno di giustizia delle vittime, con la possibilità di recuperare e far ricominciare a chi ha sbagliato. Occorre bilanciare la certezza della pena, il bisogno di giustizia delle vittime, con la possibilità di recuperare e far ricominciare a chi ha sbagliato
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