L’imbarcazione Prudence di Medici senza frontiere che aveva a bordo 127 persone è stata raggiunta a 33 miglia da Lampedusa, fuori dalle acque territoriali, da due unità della Guardia Costiera
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ambio di rotta nella politica dei salvataggi dei migranti. Sono giunti in serata a Lampedusa i 127 migranti che erano a bordo della nave Prudence di Medici senza frontiere. A portarli nell’isola – dopo un trasbordo dalla stessa nave – due imbarcazioni della Guardia Costiera classe 300 uscite a 33 miglia a sud dell’isola, fuori dalle acque territoriali.
La nave di Msf non è dunque mai arrivata a Lampedusa, secondo quanto si apprende al Viminale, come prevede il codice di regolamentazione delle Ong voluto dal ministro Minniti secondo cui le organizzazioni che non lo sottoscrivono ‘sono fuori del sistema di soccorso’. Nel pomeriggio si era invece ipotizzato uno scalo della stessa nave a Lampedusa.
Le squadre della Guardia Costiera libica hanno intanto tratto in salvo 600 migranti davanti alle coste del Paese. La principale operazione di salvataggio, si legge su media online, è avvenuta al largo di Sabratah dove sono state salvate 462 persone che erano a bordo di due gommoni. Tra loro, tunisini, marocchini, algerini, libici e sudanesi.
Un altro gruppo di 128 migranti, tra cui si trovavano molte donne e bambini è stato tratto in salvo a nord di Sabratah. Infine 43 migranti di Pakistan ed altri paesi arabi e anche diverse famiglie libiche sono state salvate dalla Guardia Costiera libica al largo di Misurata alle prime ore di venerdì.
Il presidente libanese Ghassan Salamè, inviato Onu per la Libia, martedì mattina incontrerà alla Farnesina il ministro degli Esteri Angelino Alfano. E’ il primo viaggio in Europa di Salamè da quando ha assunto la nuova funzione.
Quella di martedì sarà un’importante occasione di una valutazione approfondita del quadro politico libico dopo gli incontri di sabato di Salamè a Tripoli, dove ha incontrato il capo del governo di unità, Fayez al Sarraj, e il ministro degli Esteri, Mohamad al Taher Siala. Il libanese Salamè ha assunto l’incarico lo scorso 22 giugno prendendo il posto dell’ex inviato Onu, Martin Kobler.
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LA DIFESA DI MSF
Auspichiamo che venga chiarito al più presto ogni dubbio per porre fine a questo stillicidio di accuse che continua ad avvelenare il clima in una situazione sempre più cupa.
“Non abbiamo firmato il Codice di Condotta perché non conteneva elementi indispensabili per garantire l’efficacia dei soccorsi e i principi umanitari – aggiunge Msf – ma ci siamo impegnati formalmente a rispettare la maggior parte degli impegni prescritti, continuando a operare nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali e sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana (Mrcc di Roma), ribadendo l’apertura a un confronto costruttivo con tutte le autorità competenti”. Nel frattempo, “le nostre navi sono in mare e anche in questi giorni hanno effettuato soccorsi, su richiesta e sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, come è sempre stato”.
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