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Castellammare di Stabia

La lunga notte dei sottosegretari e dei coltelli, interni ed esterni

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Conte scompagina gli accordi delle coalizioni e spinge a scegliere subito i sottosegretari. Sull’altro fronte Salvini continua a non starci e la Meloni pure

La lunga notte dei sottosegretari e dei coltelli, interni ed esterni

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embra che i Pentastellati e piddini si fossero accordati nel prendersi tempo per scegliere i nomi dei sottosegretari e di rimandare quindi la scelta alla prossima settimana ma poi, anche se lontano, si è fatto sentire il Premier Conte ed ha spinto affinchè i nominativi fossero indicati subito, al caso anche prima. Questa richiesta ha scompaginato il tran tran dei due alleati e li ha spinti a tenere una lunghissima riunione notturna nel tentativo di raggiungere un accordo nei tempi richiesti.

Tra le due compagini, quella più in difficoltà appare essere quella pentastellata alla faccia del tanto proclamato disinteresse per le poltrone. Oddio, magari, anzi sicuramente, è un dire globale di partito, pardon, movimento, ma questo è fatto di persone, uomini, e qui l’asino casca come su qualsiasi altra strada dal momento che la fame personale di poltrone è tanta e queste scarseggiano per cui non è facile accontentare le ambizioni di tutti e a tanti non basta l’assicurazione che chi non dovesse conquistare l’ambita poltrona in Parlamento entrerà di diritto nel processo di riorganizzazione del Movimento.

Ma vediamo quali, al momento, sono nomi che sono emersi e che quindi vanno al “ballottaggio”

Per l’Economia i nomi dovrebbero essere quelli di Castelli e Buffagni ed il borsino sembra dire che, a spuntarla, dovrebbe essere la prima (nota: uso il condizionale perchè, a quanto appare, su entrambi i nomi ci sono resistenze interne).

Sempre sul fronte M5s, l’attuale capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva, andrà alla Cultura o agli Interni mentre Manlio Di Stefano verrebbe confermato agli Esteri e Ferraresi alla Giustizia.

Per il Pd, invece, appare essere sicura la poltrona di vice ministro in Via XX Settembre per Antonio Misiani, mentre l’assessore della Regione Lazio Gian Paolo Manzella dovrebbe avere la delega delle Comunicazioni al Mise. Per finire poi: Walter Verini è dato al ministero della Giustizia e Andrea Martella all’Editoria.

Gli altri nomi in corsa sembrano essere quelli di: Marina Sereni, Lorenza Bonaccorsi, Roberto Morassut, Luigi Marattin, Bruno Astorre.

Sembra anche confermata la possibilità che Emanuele Fiano vada al Viminale e Anna Ascani all’Istruzione. Ma non è ancora certo se da sottosegretari o da viceministri.

Per sapere come andranno le cose sembra che basterà attendere ancora un’oretta visto che le riunioni sono riprese questa mattina con una quadra che sembra sia stata trovata. Vedremo.

Intanto, ovviamente, l’andare delle cose ha fornito benzina a Caporal Salvini e alla nuova attendnte Meloni ed infatti troviamo che il primo a chiamare in causa direttamente il presidente della Repubblica Mattarella chiedendogli di fermare «questo scempio».

In generale poi, nel centrodestra invece, in questo fine settimana si dovrebbe tenere un vertice a Milano sul tema delle regionali ma importante sarà anche l’appuntamento che ci sarà, venerdì, con gli amministratori, i presidenti di regione e circa 400 sindaci con l’obiettivo dichiarato di dar vita a quello che, nella Lega, chiamano «il governo reale del Paese», non quello che è nato «nel chiuso dei palazzi».

Questo per quanto riguarda le truppe camellate del Caporale. Per quanto riguarda invece quelle della Meloni, c’è da segnalare che Il prossimo venerdì si terrà la festa di FdI, che questa volta si farà Viterbo e verranno invitati anche i presidenti delle maggiori sigle sindacali a partire da Confindustria.
Sarà qui che la Meloni, dopo aver lanciato l’anno scorso il progetto di allargamento del partito a Fitto e Musumeci, dovrebbe puntare sull’asse con tutti coloro che vogliono mandare a casa il governo rosso-giallo.Lo sguardo è rivolto a Forza Italia, dove c’è un fronte che guarda con interesse alle prossime mosse di Renzi e soprattutto al progetto di una legge elettorale proporzionale.

E questo è ad ora. A breve saremo in grado di dare i nomi reali che sono stati individuati e segnalati e quindi riprenderemo il discorso su nomi e fatti reali e non su ipotesi.

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