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La Festa della donna: origini e opinioni sul ruolo della donna nella società di oggi

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a Giornata Internazionale della donna o comunemente conosciuta da tutti come “La Festa della donna”,  ci ricorda sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Eppure sulle sue origini ancora si ha qualche dubbio.

A partire dal secondo dopoguerra, iniziarono a circolare strani racconti sull’origine della festa, la quale veniva ricollegata a diversi avvenimenti storici, come la morte di centinaia di operi (123 donne e 23 uomini) verificatasi a New York il 25 marzo 1911 durante l’incendio della fabbrica Triangle, oppure si fa riferimento anche alla violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857. Tali motivazioni, anche se fasulle, continuano ad essere le preferite per spiegare tale manifestazione.

In realtà la Festa della donna ha origini politiche molto più serie, ufficializzata con una serie di risoluzioni dell’ONU, a partire dal 1922 fino al l 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace“) e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. L’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale da molte nazioni. Attualmente l’Organizzazione auspica ad una completa ed effettiva parità di genere entro il 2030.

Nonostante questo, nonostante i lavori delle Organizzazioni Internazionali e quelle non governative la parità di genere risulta essere davvero molto lontana. A testimonianza di ciò ci sono i pareri di un target di giovani che va dai 15 ai 18 anni, che interrogati dalla Redazione di ViViCentro, hanno espresso la loro opinione sul ruolo della donna.

“Il ruolo della donna, in riferimento alle civiltà antiche come quella della polis ateniese, era aggregata solo nell’ambiente domestico e familiare – afferma Lorenza 17 anni – nel corso del tempo, ovviamente vi è stata una rivoluzione, eppure non siamo giunti a buon punto nella reale integrazione sociale”. Ragionando sul ruolo attuale della donna, Anna, 16 anni, afferma che “non è ancora ben tutelata, basti pensare a ciò che è successo alla ragazza di 24 anni violentata in circumvesuviana”. Nonostante la giovane età di questi ragazzi, c’è chi fa riferimento anche al ruolo lavorativo della donna nel mondo: “La donna non riceve lo stesso pagamento di un uomo – afferma Laura, 18 anni – io lavoro in un bar e non ricevo lo stesso pagamento, per lo stesso lavoro, dei miei colleghi maschi. Perchè mai questo dovrebbe accadere?”. Attenti sull’argomento anche i maschietti, Francesco 18 anni ha così commentato: “La donna ha un ruolo centrale nella nostra società, io ho una madre che lavora eppure non mi ha mai trascurato e non ha mai trascurato la casa. La donna lavora due volte per me, fuori e dentro casa”.

Da questo filone di pensiero, a quanto pare comune, emerge che il ruolo della donna viene ancora fortemente sottovalutato. Come si può sperare nella parità di genere che ci si auspica possa avvenire nel 2030? Possibile che ci troviamo ancora in una società fortemente patriarcale? Eppure quante cose sono cambiate da quando la donna non aveva il diritto al voto, fino ad oggi in cui le vediamo dirigere aziende importanti, eppure, nonostante questo, il ruolo della donna, non è ancora reso pari al 100% a quello dell’uomo.

 

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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