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Juve Stabia – Il Podio Gialloblù della stagione 2017/18

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 Stagione esaltante per la Juve Stabia, arrivata a giocarsi la promozione ai playoff dopo essere partita per puntare a una salvezza tranquilla. Questi i nostri personali gradini del podio e del contropodio del campionato delle Vespe

PODIO

Medaglia d’oro: a Luigi Viola. Circa 10 mesi fa, dopo l’annuncio dell’arrivo del centrocampista napoletano, ci eravamo sbilanciati circa l’incidenza che Viola avrebbe potuto avere nel rendimento della squadra stabiese. La stagione ha dato ragione a noi ma soprattutto a chi lo ha portato alla Juve Stabia. Il numero 15 gialloblù è stato il centrocampista, per rendimento, più determinante nelle prestazioni delle Vespe, il calciatore da cui piedi sono passate tutte le azioni più pericolose della squadra di Caserta. Proprio del suo allenatore, Viola è stato la proiezione in campo; dopo la prima parte di stagione vissuta da regista puro, con l’arrivo di Vicente Viola ha assunto le vesti di incursore, fungendo da mezz’ala di quantità ma con la qualità di un fantasista. Non è un caso che il suo ingresso, nel match di Reggio Emilia, abbia dato la scossa alla Juve Stabia. Centrocampista di lotta e di governo.

Medaglia d’argento: a Simone Simeri. Alzi la mano chi a inizio stagione si aspettava che l’attaccante 23enne, dopo il buon campionato alla Folgore Caratese (Serie D), avrebbe sfondato il muro della doppia cifra in Serie C. Partito alle spalle di Paponi nelle gerarchie iniziali, Simeri ha quasi subito “costretto” il proprio allenatore a schierarlo in campo al fianco del numero 10; con il passaggio al 4-3-3, e complici i guai fisici di Paponi, il 9 gialloblù si è ritrovato ariete dell’attacco stabiese. Da fenice, più che da vespa, la rinascita di Simeri, dopo un periodo di appannamento e gli errori nel derby interno con la Paganese, a Fondi, con la punta a ribaltare la gara con due perle da attaccante vero. Sua la rete dell’illusione al Mapei Stadium. Considerando i grandi margini di miglioramento e la capacità di essere decisivo in area come lontano dalla porta con sponde e contrasti, di lui sentiremo certamente parlare nelle prossime stagioni. Polito sogna di strapparne la permanenza alla Juve Stabia, si vedrà.

Medaglia di bronzo: a Nicholas Allievi. Le montagne russe del difensore sono l’emblema di come il lavoro e l’impegno paghino sempre. Arrivato nel gennaio 2017, Allievi si ritaglia in breve il ruolo di perno della retroguardia stabiese ma l’infortunio rimediato nel match col Taranto lo esclude dai playoff. Abbracciato il progetto, tecnico ed economico, della Juve Stabia, il numero 6 paga a lungo i postumi dell’infortunio, uniti allo status di Capitano di Morero ed all’esplosione di Bachini. L’addio dell’argentino gli apre una porticina sul posto da titolare, che Allievi invece spalanca a suon di grandissime prestazioni. Centrale difensivo mancino, dalla buona tecnica e dalla fisicità dominante, Nicholas all’occorrenza si disimpegna bene anche da terzino sinistro, diventando uno dei leader carismatici del gruppo stabiese. Nella seconda parte di stagione, ampiamente il difensore più completo a disposizione di Caserta. Roccia.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a chi ha preferito abbandonare la nave, Morero e Lisi. Addii diversi per i due calciatori, ma ugualmente deludenti per come si sono concretizzati. Annunciato con mesi di anticipo quello di Lisi, dallo scorso giugno con la testa altrove e mai nemmeno alla lontana paragonabile all’esterno devastante delle due precedenti stagioni. Giusto anticipare a gennaio l’addio che si sarebbe concretizzato in queste settimane. Sorprendente, ma non da generare eccessivi rammarichi, la partenza di Morero, uomo simbolo della Juve Stabia. La proposta last minute dell’Avellino, che con l’argentino ha replicato a distanza di due stagioni l’acquisto di Migliorini, trova terreno fertile nelle ambizioni di Morero, che ha dimenticato facilmente lo sbandierato legame con la piazza stabiese. Se dal punto di vista tecnico i due addii non hanno inciso sul rendimento della squadra, uscita addirittura potenziata dal mercato di gennaio, le partenze del 4 e del 23 hanno inevitabilmente rivelato quanto i due calciatori effettivamente tenessero alla Juve Stabia.

Medaglia d’argento: a Luca Zanotti. Il portiere ex Como vive una stagione da fantasma, che non va oltre un unico gettone di presenza. Il pre campionato dell’estremo difensore sembra essere positivo, tanto che Zanotti scavalca Bacci nelle gerarchie e si presenta da titolare nell’esordio in campionato di Andria. Il pirotecnico 3 – 3 con i pugliesi è però macchiato da un errore clamoroso di Zanotti, che con un controllo difettoso spalanca all’Andria la porta della Juve Stabia. È l’errore che segna la stagione del portiere, e che dà il via alla rivoluzione tra i pali della Juve Stabia, con l’arrivo pochi giorni dopo di Branduani e la retrocessione di Zanotti non a secondo ma addirittura a terzo portiere. Le qualità ci sono: avrebbe meritato maggior fortuna.

Medaglia di bronzo: alle presenze allo stadio Romeo Menti. Se la stagione calcistica della Juve Stabia è stata da grande squadra, il contesto in cui si è svolta è stato da compagine dei bassifondi della classifica. Numeri impietosi quelli che settimanalmente registravano il numero dei tagliandi staccati, con l’impianto di Via Cosenza, tra abbonati e spettatori paganti, a superare raramente le 600 unità. Poco importa la ricerca dei motivi del disinnamoramento del pubblico stabiese verso la squadra della propria città; quello che rimane è una stagione vissuta senza poter contare sul fattore tifo in grado invece di fare la differenza. L’aspetto negativo in chiave pubblico non può che espandersi anche ad ambiti “superiori”, compromettendo gli appelli del Patron Manniello nel cercare aiuti concreti: un imprenditore locale, magari indeciso su un eventuale investimento, non sarà certo invogliato ad entrare in una società calcistica la cui biglietteria (fattore rilevante per le casse interne) piange. Si spera che la prossima stagione possa segnare un cambio di rotta.

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affaele Izzo


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