(Virginia Murru)
Nel mese di aprile, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, aveva assicurato che sui voucher ci sarebbe stata più vigilanza e controllo, e soprattutto se ne sarebbe garantita la tracciabilità, per evitare usi illegali. Lo scorso anno il ricorso all’uso dei buoni lavoro (o voucher), ha superato i 115 milioni (quelli da 10 Euro); poiché le denunce d’irregolarità hanno raggiunto livelli preoccupanti, si è deciso d’intervenire con misure preventive. E’ stato così imposto alle imprese che li utilizzano, di comunicare il nominativo e il codice fiscale del lavoratore, oltre alla data e al luogo in cui verranno utilizzati, nonché la durata della prestazione lavorativa. Sono misure che rientreranno nel primo decreto correttivo, tra quelli attuativi. La riforma del Lavoro del governo Renzi, è in vigore da circa un anno, e diversi sono gli interventi previsti che andranno a modificare alcuni decreti di recente emanazione.
In particolare le nuove misure riguarderanno la tracciabilità dei voucher e le relative sanzioni, per chi dovesse contravvenire alla normativa; l’altro intervento riguarda i ‘contratti di solidarietà espansiva’.
Per quel che riguarda le omissioni (sulla tracciabilità), chi non rispetterà le norme in vigore, rischia sanzioni che vanno dai 400 ai 2400 Euro, le imprese dovranno, in via preventiva, trasmettere dunque i dati richiesti riguardanti il lavoratore. Insieme agli interventi sulla solidarietà espansiva, queste saranno le misure presentate nel corso della prossima riunione del Consiglio dei Ministri, alla quale parteciperà anche il gruppo di economisti che ha collaborato alla stesura del decreto ‘Jobs Act’, mentre Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presiederà i lavori.
I contratti di solidarietà difensiva, istituiti con accordi che prevedono una riduzione dell’orario di lavoro, col fine di scongiurare licenziamenti, e che risultano attivi da 12 mesi, insieme a quelli stipulati nel 2015, si potranno trasformare in contratti di solidarietà espansiva. Si tratta di strategie volte a favorire l’occupazione, mediante nuove assunzioni, purché non si intervenga con tagli di orario superiori a quelli già concordati. Lo stato, in questo caso, ossia con i criteri relativi alla ‘solidarietà espansiva’, coprirà il 50% dell’integrazione salariale, attraverso la Cassa Integrazione; l’altra metà sarà di competenza dell’impresa.
A settembre del 2015 queste proposte erano state escluse, perché ritenute troppo onerose, anche se aziende importanti, come Telecom, avevano avviato i loro programmi di crescita occupazionale, sulla base di queste risorse, che avrebbero coperto costi non indifferenti. Il governo sta per intervenire anche con qualche correttivo sulla normativa dei voucher destinati al lavoro accessorio, che solitamente hanno un valore nominale di 10 Euro (al netto dei costi previdenziali 7,5).
Attraverso la riforma del Lavoro dello scorso anno, si era deciso d’innalzare il limite annuo dei compensi che il lavoratore può ricevere mediate i voucher, intorno ai 2000 euro da ciascun committente.
I timori sulla precedente normativa riguardante i voucher, sono riconducibili agli effetti negativi sui diritti dei lavoratori, dato che negli intendimenti del governo, dovevano servire a retribuire prestazioni occasionali, invece c’è stato un uso improprio e anche abuso; si è assistito infatti ad un vero e proprio boom nell’utilizzo. Per questa ragione, per tutelare il lavoratore, è stato necessario intervenire con una serie di correttivi, di prossima attuazione.
Maurizio Del Conte, uno degli ‘estensori’ del Jobs Act, nella squadra di giuristi ed economisti che hanno collaborato al decreto, ha riferito all’Agenzia Reuters “che la norma sui voucher è già scritta. Si tratta di un meccanismo anti abusi, attraverso l’obbligatorietà di un invio telematico, per posta elettronica o sms, del voucher. Non sarà più possibile la prassi che, purtroppo, sospettiamo diffusa da parte delle imprese, dell’acquisto di blocchi di voucher non attivati fino a quando non si sa che c’è il controllo”.
La sanzione prevista in caso di omissione, è imputabile all’impresa per ciascun lavoratore del quale non si sono trasmessi i dati richiesti in via preventiva, prima dell’utilizzo dei voucher.
Il settore agricolo sarà escluso da aumenti che superino il tetto dei 2000 euro in voucher per ciascun committente. Rimane fisso il limite complessivo dei 7000 euro.
L’Agenzia Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), acquisirà nuovi poteri, tra questi il coordinamento dei programmi formativi diretti a lavoratori disoccupati e inoccupati; il fine è quello di favorire la riqualificazione professionale, per un inserimento in tempi brevi nel mondo del lavoro. Il Ministero del Lavoro, infine, si sta orientando su una riduzione dei fondi interprofessionali per la formazione continua. Il Ministero potrebbe infatti revocare le autorizzazioni, e qualora il caso ricorresse, avviare anche la procedura di commissariamento.
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