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Fiume Sarno, “Non possiamo più tornare indietro, ripartiamo col piede giusto”

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Con l’inizio della Fase 2, tornano alla “normalità” anche le acque del fiume Sarno, al loro normale stato di contaminazione. L’impatto visivo delle immagini di oggi, è stato forte, drammatico, ma non sorprendente. La quarantena ci ha dato l’occasione di vedere con i nostri occhi quello che ci viene negato ogni giorno dallo sciagurato stato della depurazione industriale in Campania e dal fallimentare stato di avanzamento dei lavori pubblici di collettamento verso impianti di depurazione consortili. Il periodo di lockdown ha dimostrato a tutti le capacità straordinarie di rigenerazione della natura, tuttavia non si registra la volontà delle aziende di investire in sistemi efficienti di trattamento delle acque reflue e dell’amministrazione pubblica nell’implementare i necessari lavori di completamento dell’infrastruttura fognaria. Senza questo impegno sia del settore pubblico che del privato le acque limpide dell’alto Sarno viste negli ultimi 50 giorni resteranno una una speranza in un periodo surreale.

Sono necessari controlli pianificati e indagini accurate per risalire ai responsabili del disastro del fiume, ed in questo periodo è ancora più semplice individuare i collettori che piano piano inizieranno a sversare (visibilissimi da chiunque si affaccia lungo le sponde del fiume) che potrebbero essere facilmente individuati e le aziende che scaricano facilmente determinate e sanzionate. Indagini coordinate da una task force composta da tutte le forze dell’ordine con competenza in materia di delitti ambientali (Carabinieri Forestali, NOE, Capitanerie di Porto di Salerno-Castellamare-Torre Annunziata, Guardia di Finanza) affiancate anche da tecnici e dipartimenti universitari capaci di analizzare rapidamente la natura dell’inquinamento riscontrato e di accompagnare le forze dell’ordine nell’utilizzo di tecnologie innovative per il monitoraggio ambientale (droni dotati di termocamere, sonde multi parametriche, utilizzo di immagini satellitari e altre tecnologie capaci di individuare flussi di acqua sotterranei).” dichiarano Carmine Maturo co-portavoce Nazionale di Green Italia e Carmine Ferrara componente del direttivo regionale di Green Italia.

“Che sia chiaro, produrre senza depurare è un atto criminale contro la natura e contro tutti i cittadini del territorio. Sono necessario inoltre di strumenti fiscali e incentivanti – continuano gli esponenti ecologisti Maturo e Ferrara –, come finanziamenti a fondo perduto e detassazioni al fine di sostenere economicamente la realizzazione e il corretto funzionamento degli impianti di depurazione da parte delle imprese. Infine, concludono gli ecologisti di Green Italia, prevenire le patologie connesse all’inquinamento ambientale è più conveniente economicamente e socialmente che curarle perchè il degrado ambientale ha un impatto devastante sul benessere sociale e sulla competitività economica di un territorio. Non possiamo tornare indietro, con un Sarno “normale” la piana del fiume rimarrà un territorio malato, socialmente degradato e economicamente povero. Ripartiamo col piede giusto.”

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