Le due sorelle hanno terrorizzato con violenza fisica e psicologica, sfregiato e ricattato una connazionale. Arrestate anche per lesioni.
La Polizia di Stato di Palermo ha arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso di Palermo, due giovani sorelle nigeriane, S. Q. e S. C., accusate di stalking, lesioni aggravate e favoreggiamento della prostituzione.
Le indagini condotte dalla Squadra mobile sono iniziate dopo la denuncia di una straniera, vittima delle due donne. La ragazza ha raccontato agli investigatori che un giorno, mentre si trovava in piazza XIII Vittime con altre connazionali, era stata avvicinata dalle due sorelle. La giovane le conosceva bene. Infatti, le due aguzzine, dopo averle chiesto di andare con loro in un luogo appartato per chiarirsi su alcuni fatti, l’avevano aggredita con violenti e ripetuti colpi inferti in varie parti del corpo.
Non paghe, le avevano provocato numerose ferite. Utilizzando un coccio di bottiglia in vetro, in particolare, l’avevano colpita sul viso in modo da causarle una lesione che compromettesse la sua possibilità di lavorare. Non soddisfatte, dopo l’aggressione, l’avevano altresì minacciata di sfregiarle il viso con l’acido se l’avessero ancora vista prostituirsi in piazza XIII Vittime.
Il racconto infatti aveva fatto emergere come non solo lei, ma più di una ragazza, fosse stata costretta a versare tutto il guadagno raccolto per strada alle due sorelle e a vivere in un appartamento insieme a loro poiché il viaggio in Italia era stato pagato da quest’ultime, che pretendevano un risarcimento di 20.000 euro.
Ad un certo punto però, alcune di queste ragazze minacciate, erano venute a conoscenza che nello Stato del Benin il re aveva promulgato una legge che affrancava le donne costrette a prostituirsi per ripagare i debiti del viaggio; sulla scorta di questa informazione, avevano detto alle loro due connazionali che da quel momento non avrebbero più pagato e che finalmente sarebbero andate via dalla casa delle due sorelle aguzzine, sottraendosi a tutte le violenze ed ai sacrifici imposti loro.
Le due sorelle avevano quindi ritenuto in particolare la ragazza connazionale responsabile dei loro mancati guadagni, poiché a parer loro era stata proprio lei a convincere le altre a lasciare la casa in cui vivevano e ad affrancarsi da tutte le condizioni di sfruttamento economico e di forte intimidazione psicologica in cui avevano vissuto fin dal loro arrivo a Palermo.
Da ciò è scaturita l’aggressione e la minaccia di sfregiarle il viso con l’acido se l’avessero ancora vista prostituirsi nella zona.
La ragazza aveva quindi temuto talmente per la propria incolumità da decidere di rimanere chiusa in casa e di non raccontare nulla, non avendo il coraggio di chiedere aiuto agli operatori di Polizia né di far ricorso ai sanitari per curare le ferite.
Da quel momento la sua vita aveva avuto quindi un brusco cambiamento quanto a tutte le sue usuali abitudini.
Solo dopo qualche tempo, aveva trovato dentro di sé, e con il consiglio di un legale, la forza di denunciare quanto vissuto.
I numerosi indizi di colpevolezza raccolti e le varie dichiarazioni rese dai testimoni hanno permesso agli inquirenti di ricostruire un solido quadro probatorio, conducendo il Gip presso il Tribunale di Palermo a valutare positivamente l’opportunità dell’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico delle due sorelle. Le due donne sono state condotte dalla Polizia di Stato presso la Casa Circondariale Pagliarelli – Antonio Lorusso.
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