Il sindaco uscente, De Magistris, ha ottenuto il 42, 82 per cento dei voti
È
il più votato dei sindaci uscenti nelle grandi città E non ha nessun grande partito alle spalle È quanto basta per spingere Luigi de Magistris, forte del suo 42,8 per cento, verso l’enfasi del giorno dopo, i toni solenni della «rivoluzione che ormai parte da qui», la carica di motivazione che serve a tutti i suoi per vincere al rush finale del ballottaggio, il 19 giugno. Una soddisfazione quasi al limite con la commozione. «Abbiamo portato a casa un risultato senza precedenti – esordisce de Magistris – Non si è mai visto niente di simile nella storia del nostro paese. Mai niente di simile in Europa, e senza avere alle spalle neppure i numeri e la struttura del Movimento 5 Stelle. Anzi vorrei dire che Luigi de Magistris, lo vorrei ricordare agli esponenti pentastellati, quei contenuti li applica e li porta avanti, ma noi siamo un po’ più inclusivi, più aperti».
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De Magistris parla di sè in terza persona, continua a raffica per un’ora, quasi tutto d’un fiato. E parte dal rivendicare la vittoria non contro il Pd di Valeria Valente, ma direttamente contro il premier. «Non si è mai visto che un sindaco che esce dal governo di una delle città più difficili al mondo, che era partito in pre-dissesto, riesce a vincere con questa affermazione avendo contro il presidente del Consiglio Renzi e tutto il suo governo e i suoi alleati ufficiali e non ufficiali, avendo contro campagne stampa, poteri forti e le camorre. Ecco perché dobbiamo lottare e stare all’erta fino alle ore 23 del 19 giugno. Al premier poi qualcuno deve dire che può stare tranquillo: quello che voleva fare lui, la più grande operazione di rottamazione del Pd, l’abbiamo fatta noi. Ma attenzione, non mi sto mica candidando a fare il commissario Pd». E ancora: «Mi rivolgo agli elettori dicentrosinistra e centrodestra, al Pd e agli astenuti: non è bello che tanti napoletani non siano andati a votare».
Poi ai microfoni di Repubblica tv, guardando al ballottaggio, de Magistris puntualizzerà: «Lancio serenamente, pacatamente la richiesta di un particolare segno di attenzione ai seggi, tra quindici giorni, alla prefettura e a tutti perché l’altra notte abbiamo visto cose che non ci sono piaciute, abbiam visto anche sgherri e teppaglia e lo abbiamo denunciato a chi di dovere».
Ore 14.53. Il sindaco uscente arriva con una manciata di minuti d’anticipo nella sala dell’hotel Oriente, ha fretta di parlare, stanchissimo e carico, lucido e affilato. Prima domanda, ora che è stato legittimato in funzione anti-renziana sarà tentato dall’avventura delle politiche del 2018? Risponde senza esitazioni: «Io non mi candiderò a niente altro, perché già fare il sindaco di Napoli è l’esperienza più impegnativa che ci sia». Ma c’è un “ma”. «Ma – argomenta de Magistris – certamente Napoli diventerà un soggetto politico autonomo, questo sì. Un soggetto politico importante e nazionale. Napoli bisognerà studiarla. Napoli diventa capofila di un grande movimento di liberazione: da cosa? Da un sistema corrotto oligarchico mafioso e liberista. Non solo in Italia, ma in Europa».
Insomma, de Magistris non si candida premier solo perché si sente un leader internazionale? Sorriso, compiacimento mischiato all’autoironia: «Ma non sono io che voglio essere un leader internazionale. Siamo noi come squadra, come movimento orizzontale, ad avere intercettato la volontà e le energie culturali e politiche per una rivoluzione dal basso. Qui a Napoli siamo già modello di un movimento di autogoverno, autogestione, autodeterminazione dal basso. Solo che fuori di qui non lo hanno capito: parlano di “populismo”, minimizzano, ghettizzano. Ma come si vede, è stato un errore minimizzare. Venissero qui a vedere, venissero a visitare la città, a farsi contaminare da questa rivoluzione. Napoli sarà la capofila delle città ribelli contro un sistema oppressivo soffocante. Che si guardi a aNapoli come ad Atene e a Barcellona».
vivicentro.it/sud/politica – repubblica/De Magistris: “Ora siamo un soggetto politico nazionale” CONCHITA SANNINO
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