Cinque appartenenti alla criminalità organizzata, originari della provincia di Enna, seppure condannati, avevano ottenuto il RdC.
Nell’ambito dell’attività istituzionale disposta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna a tutela della Spesa Pubblica, finalizzata al contrasto alle indebite percezioni dei pubblici sussidi, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, al termine di una preliminare attività info-investigativa nello specifico e strategico settore, hanno avviato una articolata e complessa analisi diretta ad individuare condotte penalmente rilevanti tese all’illecita percezione del Reddito di cittadinanza.
In particolare, sono state vagliate le posizioni di numerosi soggetti condannati con sentenze passate in giudicato per reati di mafia (ex art. 416 bis c.p.), al fine di verificare la legittimità delle istanze inoltrate.
Dalle specifiche investigazioni svolte si è appurato che parte dei percettori o dei componenti del nucleo familiare, riconosciuti quali affiliati alle consorterie criminali, risultavano aver richiesto ed ottenuto il sussidio di cittadinanza in assenza dei requisiti previsti dal provvedimento normativo; altri, invece, hanno scientemente omesso di fornire informazioni utili ai fini della corretta determinazione dell’ammontare del beneficio.
Al termine degli accertamenti in rassegna si è proceduto, pertanto, alla denuncia di 5 appartenenti alla criminalità organizzata, originari della provincia, alla Procura della Repubblica di Enna, diretta dal Dott. Massimo PALMERI, nonché alla contestuale segnalazione all’Inps per l’avvio del procedimento di revoca degli indebiti benefici ottenuti e il conseguente recupero delle somme già erogate, quantificabili complessivamente in circa 70 mila euro.
L’inchiesta di Polizia Giudiziaria, denominata “Brick”, testimonia l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’azione sviluppata dalle attività di servizio dalla Guardia di Finanza, conformemente alle linee operative tracciate dal Comando Generale del Corpo, che opera diuturnamente a favore dei cittadini onesti al fine di assicurare che le misure per il contrasto alla povertà siano effettivamente destinate alle fasce più deboli e bisognose e non siano appannaggio di individui che si pongono volontariamente al di fuori della cornice della legalità.
Già nei giorni scorsi, infatti, con l’operazione “Inside”, il Comando Provinciale di Enna aveva provveduto ad effettuare l’analisi della posizione di numerosi “imprenditori agricoli” che, in assenza dei requisiti di legge, beneficiavano del sussidio. Al termine degli accertamenti sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria 36 persone per i medesimi reati di cui all’art. 7, comma 1, del D.L. 4/2019 convertito, con modificazioni, dalla L. 28 marzo 2019, n. 26 e, contestualmente, sono state avviate le procedure di recupero del beneficio con relativa restituzione degli indebiti, sin qui quantificati in circa 200 mila euro.
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