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Castellammare, la DDA indaga su infiltrazioni nella riqualificazione ex zona industriale Cirio

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Dalle conversazioni intercettate dagli investigatori, effettuate tra Adolfo Greco e altre persone coinvolte nell’operazione Olimpo scattata lo scorso 5 dicembre, sarebbero emersi alcuni dettagli circa i loschi affari portati avanti dal gruppo di stampo mafioso. In alcune, in particolare, si fa riferimento anche all’ex area industriale Cirio di Castellammare di Stabia, attualmente interessata da un piano di riconversione e rigenerazione urbana. All’interno del complesso sono previsti sia alloggi riservati ad “housing sociale” che alloggi riservati al libero mercato, ricordano i colleghi di Stylo24.it.

«LA VICENDA CIRIO – È SCRITTO NEL TESTO DELL’ORDINANZA – SARÀ OGGETTO DI AUTONOMA NOTA INFORMATIVA SUCCESSIVA ALLA PRESENTE»
Vale a dire che l’ex area industriale potrebbe diventare argomento di una ulteriore inchiesta, per fatti avvenuti dall’inizio del 2017 fino ai giorni nostri. Il 5 dicembre del 2013, l’imprenditore Adolfo Greco si trova negli uffici della Cil e tiene una conversazione (intercettata) con Michele Carolei.
A un certo punto, Greco si lascia scappare: «Mi augurerei che noi dentro la “Cirio” non facessimo niente».
Tale affermazione, viene così spiegata dagli inquirenti, nel testo dell’ordinanza: “Greco, infastidito dalla vicenda (quella dell’intimidazione, ndr), si augurava di non concretizzare i progetti della Cirio, esprimendo il proprio dissapore nel relazionarsi con tali “personaggi” dalle infime qualità delinquenziali, lasciando, così, trapelare un cointeresse della criminalità organizzata nell’affare Cirio. Va ribadito, per chiarezza espositiva che la società, partecipata da Greco, PolGre Europa 2000 Srl, proprietaria dell’ex area industriale della Cirio, aveva sottoscritto un contratto di permuta con la Passarelli Spa per la realizzazione dei lavori di riqualificazione. In virtù di tale accordo Greco, come gli atri soci PolGre Europa 2000 Srl ad ultimazione dei lavori di esecuzione, avrebbe ricevuto una quota degli immobili realizzati quale corrispettivo della permuta. Di conseguenza, Greco non avrebbe avuto alcuna possibilità di intervenire nella fase di esecuzione dei lavori e tantomeno gli erano riferibili oneri o responsabilità, anche, in ordine alle pretese su detti lavori, da parte della criminalità organizzata”.
I magistrati sottolineano che “le suindicate dinamiche relative sia alla realizzazione dei progetti Cirio sia ai rapporti “deviati” che ne scaturivano, venivano meglio chiarite da Greco anche in seguito. Difatti, Greco, nel sottolineare la sua estraneità circa tali relazioni, in ordine alla realizzazione dei progetti Cirio, comunque, ribadiva la sua disponibilità a “foraggiare” la malavita stabiese.

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