A Bari, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia stradale, hanno proceduto a 13 arresti, 27 in tutto gli indagati tra cui 5 avvocati.
span style="font-size: 14pt;">Lunedì 19 ottobre 2020, il nucleo di Polizia Economica Finanziaria del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari in cooperazione con il compartimento pugliese della Polizia Stradale e la Compagnia Carabinieri di Modugno, ha eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta del Pm Michele Ruggiero. L’indagine coordinata coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli, è partita a seguito di una denuncia dell’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) su dei falsi incidenti mai avvenuti oppure falsati nella dinamica, con falsa documentazione sanitaria di medici privati e ospedalieri, «reclutando e addestrando» falsi testimoni
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Al centro dell’inchiesta c’è l’avvocato Michele Leonetti, barese di 37enne finito in carcere e ritenuto dalle indagini congiunte condotte dai Guardia di Finanza, Carabinieri e Agenti della Polizia stradale di Bari, il promotore di entrambe le attività illecite. Leonetti, infatti, è considerato l’uomo a capo del “sistema truffaldino” che attraverso la produzione di falsi certificati medici, prescrizioni di esami e di altra documentazione sanitaria pianificava a tavolino i falsi sinistri e quindi i risarcimenti da richiedere alle compagnie assicurative.
In totale sono 27 le persone sotto inchiesta, tra cui 5 avvocati, per i falsi incidenti, uno ai domiciliari e che tra il 2016 e il 2019 avrebbe messo a segno diverse truffe alle compagnie assicurative organizzando falsi incidenti stradali e gestito una serie di centri massaggi in Puglia nei quali, in realtà, un gruppo di donne era costretto a prostituirsi. Negli appartamenti dell’avvocato Michele Leonetti – stando all’indagine – si consumavano prestazioni sessuali mascherate come massaggi.
Carcere anche per Serena Ferri (classe 1996), ritenuta la “maitresse” del gruppo. Altre 5 persone agli arresti domiciliari, Cosimo Martiradonna (classe 1985), Rosaria Ceglie (classe 1983), Vincenza Minerva (classe 1989), Francesco D’Ambra (classe 1986) e l’avvocato Michael Gisonda (classe 1969).
L’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria è stato disposto per un indagato e il divieto di dimora per altri cinque a Modugno, Santeramo, Trani e Roma, mentre cinque persone (D.M. cl. 1984; C.F. cl. 1964; A.A. cl. 1975; F.P. cl. 1996; C.V. cl. 1992) sono state anche raggiunte dal divieto di dimora.
Contestualmente è stato effettuato il sequestro preventivo, disposto con il medesimo provvedimento, di disponibilità liquide e di beni per un valore di oltre 80.000 euro nei confronti del principale indagato, l’avvocato Michele Leonetti.
L’ordinanza cautelare si fonda su un compendio gravemente indiziario a carico dei predetti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, peculato, simulazione di reato, calunnia, autocalunnia, falsa testimonianza, favoreggiamento personale, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, falsità materiale commessa dal privato, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, alterazione dello stato civile, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, riciclaggio e autoriciclaggio, commessi nel territorio nazionale nel periodo 2016 – 2019.
Al vertice dell’associazione per delinquere si colloca anche un altro avvocato del Foro di Bar, Michael Gisonda, già indagato in passato dalla medesima Procura di Bari per plurimi delitti contro il patrimonio.
Le indagini sono state avviato a seguito di talune segnalazioni pervenute alla Procura della Repubblica da diverse compagnie assicurative riguardanti presunte anomalie nella liquidazione di indennizzi conseguenti ad incidenti stradali, riconducibili al medesimo gruppo di persone e le cui vertenze legali sono state patrocinate dal medesimo avvocato del Foro di Bari. Le conseguenti investigazioni sono state svolte in piena sinergia operativa – con il coordinamento della Procura – dalle predette Forze di polizia che sono state impiegate, in considerazione delle rispettive specialità, in attività di intercettazione telefonica, in assunzioni testimoniali, in servizi dinamici di osservazione e pedinamento, in perquisizioni ed analisi della documentazione sequestrata, nonché in indagini finanziarie.
In particolare, le intercettazioni telefoniche effettuate dalla Guardia di Finanza e i conseguenti riscontri documentali eseguiti dall’Arma dei Carabinieri disvelavano sin dal principio l’esistenza di un’organizzazione criminale ben strutturata – con puntuale suddivisione di ruoli e compiti – dedita prevalentemente alle frodi in danno di società assicuratrici, nonché alla commissione di una pluralità di ulteriori delitti.
Il sistema truffaldino veniva attuato mediante la produzione di falsa documentazione sanitaria (certificati medici nonché prescrizioni di esami strumentali, di dispositivi protesici e/o di prestazioni riabilitative artatamente attribuiti – mediante l’uso di timbri e firme falsificate – ad ignari medici privati ed ospedalieri), false testimonianze rese in occasione delle denunce dei simulati sinistri stradali (mai avvenuti, oppure avvenuti, ma falsati nelle dinamiche), la promozione dei corrispondenti giudizi civili (innanzi a diverse Autorità giudiziarie) con reclutamento e “addestramento” di testimoni compiacenti.
In particolare, due incidenti avrebbero determinato simulati aborti in due donne, legate al gruppo criminale. Dagli accertamenti svolti dalle Forze dell’Ordine era stato appurato che quell’interruzione di gravidanza era stata causata da altri fattori. In uno di questi casi l’attività dei finanzieri – guidati dal Tenente colonnello Luca Gennaro Cioffi e coordinati dal Procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dal Sostituto Michele Ruggiero – ha impedito la liquidazione di un risarcimento danni di 100mila euro all’avvocato Micheal Gisonda, finito agli arresti domiciliari, e alla sua cliente.
L’avvocato Michele Leonetti era anche il proprietario di immobili a Modugno e Santeramo in Colle, in provincia di Bari, a Trani e a Roma, nei quali si consumavano prestazioni sessuali mascherate come massaggi.
Dalle attività di indagine è infatti emerso che la compagine criminale era attiva anche nel favoreggiamento e nello sfruttamento della prostituzione, inducendo o agevolando donne di varia nazionalità a svolgere l’attività di meretricio presso immobili nella propria disponibilità ubicati in Modugno (BA), Santeramo in Colle (BA), Trani (BAT) e Roma, adibiti a falsi centri massaggi (di cui 3 già sottoposti a sequestro) e fittiziamente concessi in locazione ad alcune Onlus. Nello specifico, l’organizzazione si occupava del reclutamento delle donne, dell’inserzione di annunci “hot” su siti internet, dell’ingaggio di centraliniste e telefoniste che prendevano appuntamenti con la clientela, della gestione dell’attività di meretricio e della riscossione dei proventi illeciti.
Inoltre l’avvocato M.L. (cl.1983), promotore nonché organizzatore della compagine criminale, in qualità di pubblico ufficiale, perché designato quale amministratore di sostegno dal Giudice tutelare (in diverse procedure di volontaria giurisdizione) – aveva, in ragione del suo ufficio, la disponibilità/gestione del denaro giacente sui conti correnti bancari e postali intestati alle persone a lui affidate in condizioni di minorata difesa e ospiti di strutture socio-sanitarie residenziali.
In un caso avrebbe intascato per anni le somme erogate dall’Inps per un rifugiato somalo gravemente ammalato, di cui era stato nominato amministratore di sostegno. E avrebbe continuato ad appropriarsi del denaro, complessivamente circa 65mila euro, anche per altri due anni dopo la morte del rifugiato, tanto che «per un anno l’uomo non ha potuto avere sepoltura – hanno spiegato gli investigatori baresi che lunedì hanno arrestato l’avvocato Leonetti – fino a quando il funerale lo ha pagato il Comune».
In alcune situazioni avrebbe messo in tasca anche il denaro destinato a disabili, delle quali pure era stato nominato amministratore di sostegno, prelevando indebitamente circa 40 mila euro dai conti correnti di un tossicodipendente e di altre due persone.
Con l’ausilio del Compartimento della Polizia Stradale Puglia è stato, poi, possibile contestare anche le gravi ipotesi di reato di riciclaggio e autoriciclaggio di autovetture. Difatti, sempre il principale indagato, Leonetti, trasferiva in due circostanze autoveicoli oggetto di simulato furto da Bari a Sofia, curandone poi la re-immatricolazione in Bulgaria, con assegnazione di nuova targa e certificazione bulgara, così da impedirne l’identificazione della provenienza delittuosa. Tali automezzi, peraltro, venivano anche reimpiegati in Italia da una società di riabilitazione motoria di diritto bulgaro, con sede in Sofia, riconducibile al suddetto indagato.
Infine, l’avvocato – pur consapevole di non essere il padre biologico di una bambina nata dalla relazione della propria moglie con un altro partecipe all’associazione per delinquere – dichiarava falsamente all’Ufficiale dello Stato Civile di essere il padre della neonata in sede di formazione del corrispondente atto di nascita e, così facendo, alterava lo stato di famiglia della minore rendendolo non conforme al reale rapporto di procreazione, con il consenso (ed il concorso morale) dei genitori naturali della piccola.
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