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Baby gang sgominata. Un osservatorio contro la devianza minorile

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na baby gang di ragazzi imparentati con esponenti della criminalità locale di Riposto (CT) è stata sgominata dai Carabinieri

Baby gang sgominata

Una baby gang composta da ragazzi imparentati con esponenti della criminalità locale di Riposto (CT) è stata sgominata dai Carabinieri Comando della Compagnia di Giarre (CT) e Stazione Carabinieri di Riposto che ha arrestato quattro minorenni e un maggiorenne, all’epoca dei fatti minorenne.

I reati ipotizzati sono sequestro di persona, rapina ed estorsione aggravata. I provvedimenti che dispongono il loro collocamento in comunità sono stati emessi dai Gip dei Tribunali per i minorenni e distrettuale di Catania su richiesta delle rispettive Procure. A un sesto maggiorenne è stato notificato un avviso di conclusione indagini.

In una circostanza la baby gang ha sequestrato il titolare di un luna park, costringendolo a chiedere scusa in ginocchio dopo averlo schiaffeggiato.

Secondo l’accusa, infatti, avrebbero condotto il commerciante e i suoi due figli a seguirli in un luogo appartato per schiaffeggiarli e per chiedere loro scusa per una presunta ‘offesa’.

Agli indagati è contestata anche “l’intimidazione, derivante anche dall’appartenenza a già noti ambienti criminali” di Riposto.

I quattro minori ed il maggiorenne sono stati affidati ad altrettante comunità nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Siracusa. Al maggiorenne, che ha 19 anni, è stata applicata anche la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria due volte al giorno, nonché di tenersi a non meno di 500 metri dall’abitazione delle vittime e dal luna park dove avvenivano le attività criminose contestate.

Le indagini dei Carabinieri del Comando Compagnia di Giarre sono state avviate dopo la denuncia e la collaborazione delle vittime.

Un osservatorio contro la devianza minorile

In Prefettura un osservatorio contro la devianza minorile. L’ ha voluto nel gennaio 2021 il Prefetto di Catania, Claudio Sammartino. Un protocollo fra Magistratura, Forze dell’Ordine, scuole, istituzioni cittadine e chiesa per intervenire in maniera più tempestiva nei quartieri a rischio.

“Un accordo pioneristico, senza precedenti in Italia” che permetterà di “intervenire tempestivamente se ci sono situazioni di pregiudizio per i ragazzi”. Così il Presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, Roberto Di Bella, sull’Osservatorio voluto ed attivato dal prefetto Claudio Sammartino.

L’osservatorio è nato dal percorso comune fatto in Calabria da Di Bella e da Sammartino (all’epoca prefetto di Reggio) per l’attivazione del protocollo “Liberi di scegliere”, destinato ai figli dei mafiosi. “L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha aumentato il livello della devianza giovanile”, dice il Prefetto di Catania “Ecco perché era importante intervenire con una strategia che mettese in campo tutte le sinergie”.

Per il Procuratore Carmelo Zuccaro, il protocollo che istituisce l’osservatorio “è il migliore modo per attuare il secondo comma dell’articolo tre della Costituzione, quello che prevede che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Zuccaro sottolinea l’importanza del “circuito comunicativo che si è creato “tra gli istituti coinvolti nella “prevenzione e nel recupero” di minorenni per identificare “sistemi di criticità” per i ragazzi che “non dobbiamo dare per persi”.

Percorsi sono possibili, ha evidenziato il Procuratore distrettuale di Catania, il protocollo permette di intervenire nei casi in cui “ci sono genitori, o anche uno solo, coinvolti in reati non episodici” o se “appartengono alla criminalità organizzata” con figli minorenni che “possono trovarsi soli o in condizione di devianza”. L’intervento è possibile pure nei casi in cui “i minorenni sono coinvolti nelle attività criminali dei genitori che così bruciano il loro futuro”.

Tra i casi citati dal procuratore Zuccaro anche quelli dei “figli dei collaboratori di giustizia che si trovano a vivere con un familiare che non ha condiviso la scelta di rompere con il passato”.

Adduso Sebastiano

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