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11 misure cautelari, tra gli arrestati il sindaco di Favignana (video)

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11 misure cautelari, contestati reati contro la pubblica amministrazione, indagate 24 persone, danni erariali per circa 2 milioni di euro .

Nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dai Pubblici Ministeri dott.ssa Rossana Penna e dott. Matteo Delpini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, hanno dato esecuzione, con l’ausilio di mezzi aerei e navali del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, ad un’ordinanza di applicazione di 11 misure cautelari personali (di cui otto coercitive della libertà personale e 3 interdittive) emessa dal GIP di Trapani nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui il Sindaco del Comune di Favignana Giuseppe Pagoto (agli arresti domiciliari), indagati a vario titolo per reati di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.

Nel complesso è stata disposta l’applicazione di 4 arresti domiciliari, 3 divieti di dimora, 1 obbligo di dimora e 3 misure interdittive dell’esercizio di un pubblico ufficio. Gli arresti domiciliari sono stati disposti, oltre che nei confronti del primo cittadino dell’isola di Favignana (Tp), anche a carico del Comandante della locale Polizia Municipale, Filippo Oliveri, dell’ex vice Sindaco Vincenzo Bevilacqua nonché di una dipendente di una compagnia di navigazione con sede in Napoli. Un assessore del medesimo comune, Giovanni Sammartano, è stato invece destinatario della misura del divieto di dimora.

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Favignana è un’isola dell’Italia appartenente all’arcipelago delle Egadi, in Sicilia. Principale isola dell’arcipelago delle isole Egadi, si trova a circa 7 km dalla costa occidentale della Sicilia, tra Trapani e Marsala, e fa parte del comune di Favignana)

Le indagini sono state compiute dalla Tenenza di Favignana che, nel settembre 2017, era stata delegata dalla Procura della Repubblica di Trapani ad approfondire il contenuto di uno scritto anonimo in cui veniva segnalata una non trasparente gestione del Comune di Favignana nonché diversi presunti abusi d’ufficio commessi dal Sindaco e da altri amministratori e funzionari pubblici di quell’ente.

Le investigazioni, dopo aver dato preliminare conferma di alcune delle ipotesi di reato prospettate nella delazione anonima, sono state successivamente effettuate con l’ausilio di prolungate intercettazioni telefoniche ed ambientali, le quali hanno consentito di disvelare un più ampio scenario di generale e diffusa illegalità nel funzionamento dell’apparato amministrativo dell’ente comunale, facendo emergere la sistematica e piuttosto disinvolta commissione di molteplici illeciti con particolare riguardo alla gestione delle risorse e degli approvvigionamenti idrici, agli affidamenti di lavori e servizi pubblici afferenti all’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, alle attività ispettive di competenza della locale Polizia Municipale ed alle trattazioni di pertinenza del settore finanziario e dell’ufficio tecnico.

E’ stato, in particolare, accertato un accordo corruttivo tra il Sindaco, il vice Sindaco pro tempore e un Assessore del Comune di Favignana con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) che ha ottenuto dal Ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia.

Al riguardo è emerso dalle indagini un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali omettere volutamente l’effettuazione dei prescritti controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società di navigazione, nonché attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente al competente Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento Acqua e Rifiuti – un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato, allo scopo di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola con connesso danno erariale accertato per circa 2 milioni di euro.

Dal canto loro gli imprenditori illecitamente favoriti da tale collaudato illecito sistema “ricompensavano” i pubblici funzionari con varie utilità, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti quali lavoratori dipendenti in seno alla predetta compagnia di navigazione partenopea o mediante l’elargizione di contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana, che dal Sindaco venivano poi ridistribuiti alle varie associazioni coinvolte nell’organizzazione della festa patronale.

Le indagini hanno inoltre rivelato la commissione ad opera del primo cittadino, soprattutto durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative svoltesi nel mese di giugno 2018, di svariati abusi ed illeciti, con la collaborazione del compiacente comandante della locale Polizia Municipale. Infatti, da un lato, è stato intenzionalmente omesso di espletare i dovuti controlli di competenza della Polizia Municipale nei confronti di taluni cittadini e di titolari di attività commerciali che appoggiavano la candidatura del sindaco, mentre d’altro lato sono stati concertati ed effettuati mirati controlli nei confronti di quanti erano ritenuti avversari politici del Sindaco.

In tale ambito le indagini hanno permesso di accertare un esplicito accordo corruttivo tra il Sindaco ed il Comandante della Polizia Municipale, appalesatosi in diverse intercettazioni ambientali e telefoniche, in virtù del quale quest’ultimo richiedeva ed otteneva, quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del Sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato, unitamente all’assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, dopo che il precedente responsabile era stato destinato a svolgere l’attuale funzione di Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio.

Tra i colpiti dalle misure cautelari personali figura proprio il precedente Direttore dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, destinatario della misura coercitiva dell’obbligo di dimora nel comune di Roma ed indagato per varie fattispecie di reato, tra cui ipotesi di corruzione in concorso col Sindaco, legate all’assegnazione dei servizi ausiliari della predetta Area Marina Protetta a due cooperative sociali di Favignana.

Nella fattispecie il Sindaco, tramite il Direttore pro tempore dell’Area Marina Protetta, ha garantito alle predette cooperative l’assegnazione diretta dei servizi ausiliari della medesima Area Marina Protetta promettendo altresì la stabilizzazione di parte del loro personale all’interno di tale ente e ricevendo come controprestazione l’assunzione di persone a lui vicine che hanno appoggiato la sua campagna elettorale nel corso delle citate elezioni amministrative del 2018.

E’ stato accertato inoltre che il Sindaco ricompensava il Direttore pro tempore dell’Area Marina Protetta elargendogli somme di denaro pubblico ed altre utilità non dovute, come ad esempio il rimborso di spese connesse a numerosi viaggi effettuati per finalità private al di fuori dalla Sicilia e fatti surrettiziamente figurare quali missioni istituzionali, nonché promettendogli uno strategico incarico di consulenza per la gestione dell’Area Marina Protetta successivamente alla cessazione dell’incarico di Direttore.

L’odierna operazione, che testimonia il costante impegno del Corpo della Guardia di Finanza a salvaguardia della legalità nella Pubblica Amministrazione, ha consentito in definitiva di far luce su un sistema corruttivo politico-affaristico, consolidato da tempo, basato sull’asservimento della funzione elettiva e pubblica ad interessi meramente personali, elettorali ed economici, con gravi conseguenze in termini di abusivo dispendio di risorse pubbliche.

L’opinione.

Quanto sopra è risaputamente (quanto dissimulato da annosa retorica, ipocrisia e benaltrismo) la sparsa prassi nel sistema pubblico-politico e tanto più nei nostri Enti vari e Regioni. Con il decentramento del 2001 si è ulteriormente aperta la compiacente grande manciugghia e spartizione in tutta la Penisola e soprattutto in Sicilia. Si è anche (guarda caso) rimosso (non abolito) l’unico Organo amministrativo intermedio tra Magistratura e gli Enti, il Co.Re.Co. (comitato Regionale di Controllo), al quale senza costi e lungaggini, bene o male, poteva rivolgersi il mero cittadino anche tramite i consiglieri di minoranza, come pure questi ultimi, affinché si analizzassero delibere, determine, avvisi, ecc. e prima che questi divenissero efficaci. Da queste pagine si è spesso chiesto doviziosamente, pure all’attuale Governo e Maggioranza Parlamentare, il ripristino di tale Organo con una forma più moderna avente al suo interno a rotazione un Magistrato (già previsto dalla legge) più degli Ufficiali, rispettivamente della GdF, Carabinieri e Polizia, al fine di dare legittimamente al cittadino comune di civile volontà, un forzoso strumento per partecipare e controllare la gestione della ‘cosa pubblica’. Vano. Di tutta evidenza, a nessuno, da destra a sinistra, al centro e nel movimento, piace che il semplice cittadino s’impicci degli ‘affari loro’. Rimangono le Forze dell’Ordine, ma ciò avviene a ‘macchia di leopardo’ e il sistema corruttivo di fatto e dalla cronaca, ne risente relativamente.

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