Anche dell’Agenzia delle Entrate tra i 110 arrestati da Gela (CL) a Brescia

Si tratta di un direttore dell’Agenzia di Brescia e di un funzionario che sono stati...

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Si tratta di un direttore dell’Agenzia di Brescia e di un funzionario che sono stati trasferiti in carcere con l’accusa di corruzione.

Ci si era occupati dei 110 arresti di tra Gela e Brescia con l’articolo <<La ‘Stidda’ cerca di intimidire con locali attentati. Cos’è la ‘Stidda’>>. Adesso si apprende che anche un direttore ed un funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Brescia sono stati arrestati, per corruzione secondo l’accusa, poiché avrebbero chiuso un occhio nei confronti di presunti mafiosi, i quali avevano messo in piedi un sistema per raggirare il fisco nella produttiva città lombarda.

Pochi giorni addietro la Procura di Brescia aveva emesso settantacinque provvedimenti cautelari nei confronti di persone individuate in parte come appartenenti alla ‘Stidda’, organizzazione mafiosa della Sicilia prevalente tra le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Catania, ritenute colpevoli di aver commercializzato crediti d’ imposta falsi per decine di milioni di euro. E questi presunti mafiosi l’avevano sempre fatta franca poiché, denunciano i Pubblici Ministeri, erano pieni di complici negli uffici che contano. Fra questi ci sarebbe Generoso Biondi, il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Brescia. Secondo gli Inquirenti il direttore avrebbe in qualche modo agevolato, o comunque “ammorbidito” una serie di verifiche fiscali e patrimoniali nei confronti di alcuni imprenditori in cambio di favori e non solo.

Biondi però non sarebbe stato l’unico a commettere illeciti. In manette pure il funzionario Alessandro De Domenico. Nel registro degli indagati sarebbero stati iscritti anche altri collaboratori, funzionari e dipendenti dell’Agenzia.

Ma pare che fra gli arrestati ci sarebbero addirittura alcuni militari della Guardia di Finanza, collusi o che non avrebbero lanciato un allarme di fronte a un reato.

A fine giugno, sempre in Lombardia, erano finiti in manette per corruzione e rivelazione di segreti d’ ufficio Roberto Leoni, direttore delle Entrate di Varese ed ex direttore dell’Agenzia di Como. Insieme a lui fu preso anche un altro ex funzionario della Agenzia comasca, attualmente capo area dell’ufficio legale delle Entrate di Pavia. A febbraio invece, per aver praticato un extra sconto non dovuto a un imprenditore in cambio di oggetti preziosi, finì ai domiciliari il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Salerno, Emilio Vastarella.

In totale, rivelarono dalla stessa Agenzia delle Entrate, dal 2000 al 2017 sono finiti sotto inchiesta 455 dipendenti, mentre in 107 sono stati condannati. In pratica 6 condanne all’anno.

L’opinione.

Si potrebbe scrivere e riscrivere quanto purtroppo in altre analoghe occasioni si è detto, ovverosia e in sintesi, che lo Stato italiano da decenni, tranne per chi non può o non vuole vedere, è risaputamente e trasversalmente corrotto, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello. Ma quando c’è persino sua “comare” mafia di mezzo, vengono in mente le autorevoli parole di un grande Uomo Magistrato. il dr. Paolo Borsellino, che ha dato anche la vita per combattere corruzione e criminalità, il quale diceva “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. Ma come se ne esce ?

Adduso Sebastiano

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