(
Adnkronos) – “Le dichiarazioni Irpef rese l’anno scorso fotografano una positiva tendenza dell’occupazione, che è tornata a crescere, e questo non può che farci piacere.Se aumenta il numero di contribuenti relativamente alle fasce medie significa che abbiamo maggiori speranze di garantire sostenibilità al welfare pubblico in futuro.
Ecco perché è importante non tradire il ceto medio.Tassarlo oltre a quanto già non si faccia, proprio ora che inizia a rinfoltirsi, potrebbe avere effetti recessivi sull’intera dinamica".
Così Stefano Cuzzilla, presidente Cida, commentando quanto emerge dall'Undicesimo Osservatorio sulle entrate fiscali e sul finanziamento del welfare a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, realizzato con il supporto di Cida, e presentato oggi alla Camera dei Deputati. “Il motivo?Perché In Italia vale il principio che maggiore è il contributo fiscale, minori sono i servizi pubblici di ritorno", chiarisce il presidente. "Quindi chi guadagna, ad esempio, dai 55.000 euro in su (oggi poco più del 5 % del totale) si fa carico da solo di circa il 42% del gettito fiscale e non riceve nulla in cambio.
A peggiorare il quadro arriva la nuova Manovra, con tagli ai massimali delle detrazioni a partire dai 75.000 euro che, di fatto, rappresentano un aumento di tassazione per chi contribuisce di più.Si trasmette così un messaggio allarmante: che in Italia non conviene eccellere, produrre o innovare.
Conviene, invece, evadere e occultare”, ribadisce Cuzzilla. “Non a caso, un quinto dei contribuenti italiani dichiara redditi minimi o nulli.Una fetta consistente che non è degna di una delle più grandi potenze industrializzate.
Un Paese che, purtroppo, vive di assistenza e assistenzialismo, mentre affonda nell’economia sommersa.Basti pensare che in 10 anni la spesa per il welfare è aumentata del 30% a causa di una vertiginosa spesa in assistenza, pari a +126%.
Di fatto, nel nostro sistema fiscale il peso per chi produce e contribuisce è ormai insostenibile", spiega Cuzzilla. "Mentre l'inflazione ha mangiato il 24% del potere d'acquisto in 15 anni, questa minoranza continua a sostenere sanità, assistenza sociale e servizi per tutti, spesso senza alcun beneficio diretto.Mi chiedo fino a quando sarà disponibile a farlo”, conclude. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Lascia un commento