Matteo Renzi al summit dell’Obama Foundation accusa il M5S: «Reti di troll e fake news da parte dei grillini per indebolire il Pd». Intanto domenica la Sicilia vota il nuovo governatore, ma il tema della mafia è fuori dal dibattito elettorale. Da Musumeci a Micari fino a Fava, Cancelleri e La Rosa, i candidati alla presidenza rispondono a La Stampa su liste pulite, voti sospetti e lotta ai boss.
Matteo Renzi: “I grillini ci attaccano con le fake news ma io punto al 40% per governare”
L’ex premier: nessun Paese è al sicuro dal terrorismo, neanche l’Italia
“I grillini ci attaccano con le fake news ma io punto al 40% per governare”. Lo dice il segretario del Pd, Matteo Renzi che, parlando con “La Stampa” a margine del primo summit dell’Obama Foundation a Chicago, indica come avversari del Pd i magistrati e i grillini.
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Il tempo sarà galantuomo sul caso Consip e Cpl Concordia, questo strano, strano, strano intreccio tra pezzi di istituzioni che fabbricano cose false e polemiche stravaganti». Quindi aggiunge: “È in atto un tentativo impressionate di condizionare la politica italiana, segnatamente contro il Pd. M5S ha costruito tutto sulla falsificazione scientifica, i trolls, le firme false a Palermo, il bilancio falso a Torino, le coperture false del reddito di cittadinanza, le fake news rilanciate in modo costante. Ma io penso che noi siamo piu’ forti del falso”, afferma l’ex premier: “per costruire il futuro del Paese non basta strillare nei talk show o fabbricare fake news, come accaduto in Italia”.
Renzi ha le idee concrete per la prossima manovra. “Con i 50 miliardi di euro che si libererebbero abbandonando il fiscal compact e tornando ai parametri di Maastricht, si può rivoluzionare il Paese”, dice. Per farlo, però, bisogna vincere le elezioni. II primo banco di prova è in Sicilia: “In ballo c’è solo l’elezione del presidente della Regione. Chi vuole leggerci altro fa del male alla Sicilia. Noi abbiamo scelto su richiesta del sindaco di Palermo un candidato come il rettore Micari, fuori dal partito, che ha lanciato la sua “sfida gentile” nella campagna in cui si lanciano accuse agli avversari di mafia e di bruciare vivi. Vedremo se pagherà, ma in gioco c’è il governo di questa regione. Importante, ma solo questo”.
Il leader del Pd, intanto, pensa alle alleanze per le politiche del prossimo anno. “Il Pd avrà come minimo un’alleanza a sinistra e una al centro, e con questo schema siamo convinti di superare agevolmente il 30% in tutti i collegi. II nostro obiettivo è il 40% – sottolinea -, per governare come centrosinistra, ma ciò richiede una grande serietà nel rapporto con gli elettori: se volete evitare la grande coalizione, l’unico modo è che la coalizione di centro sinistra prenda tanti voti. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità, accettando di non essere egemoni: capisco dunque quanto ha detto Emma Bonino e lo condivido. II Pd comunque ci sarà con la sua forza: è una macchina straordinaria, nonostante venga attaccata da tutti”.
Inevitabile un passaggio sul caso Bankitalia. “II presidente del Consiglio ha scelto il nome e la partita è chiusa. Ma se cancelli il nome e ti concentri su ciò che non ha funzionato, sai che tra un mese o tra un anno tutti riconosceranno che la nostra posizione era ed è corretta. Siamo certi che il tempo sarà galantuomo, come lo è stato con il Jobs Act, il Pil, e lo sarà per i presunti scandali di questi mesi come Consip e Cpl Concordia”, afferma il segretario del Pd. “Il tempo sarà galantuomo anche per la Banca d’Italia, perché lo sa anche un bimbo che qualcosa non ha funzionato”, rimarca.
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