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Adnkronos) –
Sono passati 10 anni dal tragico incidente sugli sci che ha coinvolto il 7 volte campione del mondo di F1 Michael Schumacher ma sulle sue condizioni di salute vige il più stretto riserbo per precisa volontà della famiglia.Solo una ristrettissima cerchia di persone ne conosce il decorso.
Il 29 dicembre del 2013 il sette volte il campione tedesco, oggi 54enne, ha sbattuto la testa sciando sulle nevi di Meribel, nell’Alta Savoia francese riportando gravi danni cerebrali.Dopo le prime settimana trascorse in ospedale a Grenoble Schumi è tornato nella sua splendida casa a Gland, nel cantone Vaud, nei boschi svizzeri tra Ginevra e Losanna, accudito dalla moglie Corinna che difende la sua privacy in tutti i modi. In questi dieci anni la leggenda della F1 non ha potuto seguire da vicino le carriere di Gina Maria e Mick.
La prima è diventata una campionessa di equitazione.Il secondogenito ha seguito le sue orme diventando pilota, prima nelle serie minori e poi in F1 con la Haas nel 2021, per poi essere tagliato l’anno successivo.
Delle sue condizioni ha fatto un accenno il fratello, Ralf, in un’intervista alla ‘Bild’. “La vita a volte è molto ingiusta.Michael è stato molto fortunato nel corso della sua vita, poi c’è stato questo tragico incidente.
La medicina ha permesso di fare qualcosa.Tuttavia, nulla è più come una volta.
Mio fratello mi manca molto”. “Michael non era solo mio fratello -sottolinea l’ex pilota della Williams-.Quando eravamo bambini, è stato anche il mio allenatore e mentore.
Mi ha insegnato letteralmente tutto sulle corse di kart.Ci può essere una differenza di età di quasi sette anni, ma lui è sempre stato al mio fianco.
Abbiamo corso insieme, ci siamo esercitati nei sorpassi e in tutto ciò che conta nel motorsport.Mi ha trasmesso tutti gli insegnamenti che lui ha appreso.
Ho avuto l’onore di imparare da uno dei più grandi.Quel giorno a Meribel il destino era in agguato ed ha cambiato per sempre la nostra famiglia.
Quell’esperienza mi ha segnato e a maggior ragione lo ha fatto con i suoi figli”. Proprio il figlio minore Mick ha fatto un accenno indiretto al padre nel corso di un’intervista alla Dpa. “Credo che in questi casi si impari a percepire certi momenti in modo diverso.Impari ad apprezzare le piccole cose.
Molte persone si concentrano troppo sulle cose brutte e non abbastanza sulle cose belle che sono ancora lì”. Tra i pochi non familiari ammessi a Gland c’è Jean Todt, teami principal della Ferrari nei 5 trionfi iridati di Schumacher con il Cavallino Rampante (i primi due titoli li ha vinti con la Benetton) e da allora suo grande amico. “Michael è qui, quindi non mi manca, ma non è più il Michael di prima -ha detto l’ex presidente della Fia all’Equipe-. È diverso ed è magnificamente sostenuto da sua moglie e dai suoi figli che lo proteggono.La sua vita ora è diversa e ho il privilegio di poter condividere momenti con lui.
Questo è tutto quello che c’è da dire.Purtroppo il destino lo ha colpito dieci anni fa e non è più il Michael che abbiamo conosciuto in Formula 1″. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)