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Hamsik su Juve-Napoli: “E’ la serata più bella da quando sono qui. Sarri ci disse una cosa in aereo…”

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“In quella partita mi sono sentito inutile per venti minuti”

Marek Hamsik, centrocampista e capitano del Napoli, è stato uno degli artefici della vittoria azzurra a Torino contro la Juventus che mise in corsa gli uomini di Sarri per lo scudetto. Hamsik parla di quella partita nella sua autobiografia “Marekiaro”.

Ecco quanto si può leggere:
“Quando alla fine dell’aprile 2018, a Torino, ci stavamo giocando lo scudetto contro i bianconeri, per venti minuti mi sono sentito inutile. Ancora una volta Sarri mi richiamò in panchina prima che la partita finisse, a metà secondo tempo. Avevo il chiodo fisso, ogni volta, del sessantesimo minuto, perché la sostituzione era diventata ormai automatica.
Questa volta però era diverso. Non vincevamo contro la Juve in trasferta dal 2009 (proprio con il mio gol a cinque minuti dalla fine!) ma ovviamente il punto non era questo, quanto piuttosto la convinzione di tutti che se avessimo fatto nostra la partita, lo scudetto sarebbe potuto dirsi a un passo. Ci credevamo come mai era successo prima, lo volevamo a tutti i costi. Del resto ci eravamo concentrati solo su questo obiettivo stagionale, trascurando un po’ – più che altro mentalmente – le coppe.
Iniziai a guardare la panchina e quando vidi che Zielinski accelerava il riscaldamento capii che anche stavolta per me la partita sarebbe finita prima. “Ancora tu”, mi disse lui al momento del cambio, e in quell’attimo sentii il mio corpo vibrare e gli gridai: “Vai, voglio vincere!!”. Cavolo, non lo avevo mai detto così forte, non avevo mai fatto un urlo del genere neanche nei momenti in cui, con l’adrenalina a mille, aspettavo il fischio d’inizio di una partita importante.
Non potevo più fare nulla di concreto per la mia squadra, e questo mi faceva arrabbiare. Ma dentro avvertivo una strana emozione. Poi Koulibaly staccò in cielo e incornò l’1-0. È stata la serata più bella da quando sono a Napoli. Ma, con il senno di poi, da quella partita c’è un solo insegnamento da trarre. Sì, avevamo battuto la Juve, ma non avevamo vinto niente. L’euforia ci ha tolto concentrazione per il finale di stagione e così abbiamo mancato il traguardo.
Eppure quella notte eravamo tutti convinti che finalmente lo scudetto sarebbe stato nostro, che Napoli lo avrebbe ritrovato dopo trent’anni. In aereo sapevamo che la città ci avrebbe accolto in festa, ci sentivamo invincibili. E c’era persino chi pensava già alla prossima stagione. “Non abbiamo ancora vinto niente”: la voce di Sarri provò a riportarci sulla terra, ma nessuno di noi la ascoltò veramente. E se fosse stato quello il momento fatale che ci ha fatto perdere lo scudetto? Dopo la sconfitta per 3-0 contro la Fiorentina è stato fin troppo facile chiederselo”.


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