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Castellammare di Stabia

Colucci: “Con il Catanzaro gara tosta. Dobbiamo vincere i duelli individuali”

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Leonardo Colucci, allenatore della Juve Stabia, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match di campionato con il Catanzaro valevole per la decima giornata del campionato di Lega Pro Girone C.

Le dichiarazioni di Colucci sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“Silipo aveva preso una botta all’anca e non lo abbiamo rischiato. Cinaglia ha un edema, può bastare una settimana. Maselli è a disposizione e non ci sono problemi. 

Non so perché nell’ambiente si critica tanto. Ci si dimentica di quanto di buono è stato fatto finora. Mi dispiace ma non per me, per i ragazzi. Un anno eravamo in 11 contro 9, prendiamo gol al 92° e finisce 1-1. Nel calcio ci sono gli errori, la furbizia, la scaltrezza. Bisogna lavorare a testa bassa, non mi esalto nelle vittorie. So come funziona, c’è sempre un’altra partita. Non voglio festeggiare mai – aggiunge Colucci -e vado avanti per la mia strada. 

Di solito ti infiamma la giocata del calciatore di qualità. Se non avviene può darsi che non abbiamo qualità. La cosa più difficile è trasferire la cattiveria agonistica. Quella non la vai a comprare, la devi tenere dentro. I ragazzi – prosegue Colucci – danno tanto ma bisogna vedere se l’avversario ci mette di più. Io vado alla ricerca delle linee di anticipo, ci dobbiamo arrivare attraverso il lavoro. 

E’ la squadra che trascina il pubblico. So che se un giocatore sbaglia due passaggi e poi fa gol uno che era stato criticato cambiano i giudizi. Attraverso il lavoro bisogna riuscire a vedere prima la giocata. 

Giochiamo contro il Catanzaro che è una squadra forte. Le motivazioni devono essere sempre intrinseche a prescindere dall’avversario. E questa si chiama mentalità. Sulla carta è una gara proibitiva ma noi dobbiamo giocarla. Sarà una gara tosta, ho detto ai ragazzi che bisogna mettere qualcosa in più – continua Colucci – per vincere i duelli individuali. La delusione post-Foggia si deve trasformare in ferocia. 

A me piace andare ad attaccare davanti le squadre avversarie. Poi bisogna vedere se siamo bravi a campo aperto nei 40-50 metri. La mia pressione è uomo contro uomo e andare a chiudere le linee di passaggio. Poi negli ultimi 25 metri la mia linea deve andare a chiudere il reparto. Spesso davanti sono pigri a fare pressione – conclude Colucci – e questo mi fa arrabbiare”. 

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