L’arrogante indignazione che qualcuno possa risponderne

La tragedia del ponte crollato di Genova invece che costernazione ha slatentizzato in diversi l’arrogante...

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La tragedia del ponte crollato di Genova invece che costernazione ha slatentizzato in diversi l’arrogante indignazione che qualcuno del sistema possa risponderne.

Sulla tragedia di Genova hanno scritto in tanti e in molti abbiamo seguito ore di televisione tra l’attonito, l’affranto e l’arrabbiato. Altri invece e di tutta evidenza appartenenti a incancrenite forze politiche e loro rispettivi codazzi di prezzolati e menestrelli, si sono preoccupati di biasimare se non pure apostrofare chiunque accennasse che adesso coloro che avevano in modo lampante responsabilità dovevano pagare, intanto in qualche modo e subito.

Orde di conclamati politici, istituzionali, boiardi, professionisti, ‘signorine omertà’, ecc. tutti risaputamente incarnati nel blasonato quanto imputridito sistema pubblico-politico-privato, hanno pertanto con il loro sprezzo, direttamente o implicitamente attaccato chiunque pretendesse giustizia, anche quando sono stati a chiederla i rappresentanti del neoGoverno (la prima volta in Italia).

E come sono bravi certi ‘valvvassine e valvassini’ dei suppurati codazzi politici, a scaricare sempre tutto anche sui cittadini (facendoli sentire in colpa e azzuffare reciprocamente così da distoglierli dai re e vassalli che li opprimono), oppure a mistificare che ogni cosa è stata fatta bene, o dare del lamentoso a chi protesta ad esempio contro l’ingordigia e l’uso clientelare delle (troppe) tasse, o ancora a scrivere e sparlare verso chi rimprovera certi (loro) politici o istituzionali, aggiungendo con sarcasmo che chi lo fa dovrebbe invece pensare a godersi la vita non a rompere (i loro interessi).

Sono chiaramente in tanti preoccupati per un’eventuale svolta etica e trasparente. Insomma molti sono allarmati che possa cessare la grande manciugghia e suddivisione dell’Italia. E non solo i trasversali rancidi politici, ma anche i sovrastanti interessi economico-finanziari, nonché le pletore clientelari di mantenuti con il debito pubblico e l’estorsione fiscale a carico di quei concittadini produttivi, lavoratori, proprietari, operosi e che hanno i beni alla luce del sole o dichiarano il reddito (gli evasori, guarda caso sconosciuti pure agli Enti locali nonostante consumino luce, acqua, producano spazzatura e sono sotto gli occhi di chi può e vuole vedere, quelli sono tranquilli in questo regime di deviati).

C’è quasi da temere in questo oscuro sistema italiano che possa ritornare il terrorismo e le stragi mafiose.

Parecchi hanno evidentemente timore che questa tragedia del crollo del ponte di Genova possa stavolta rompere lo scrigno (d’oro) della decennale connivenza Stato-finanza-altro e certa cosiddetta società civile facente notoriamente parte della grande abbuffata, poiché questa sciagura di Genova stavolta coincide, a differenza di tanti altri drammi precedenti, con un momento storico-politico in cui al Governo c’è questa neo-politica (che il sistema definisce populista insultando così in modo dispotico anche la maggioranza di italiani che l’ha votata) la quale si presenta indipendente dal (guasto) sistematico sistema italiano. Staremo a vedere.

Tuttavia per avere Giustizia, molto dipenderà anche, come ogni cosa in Italia, da quale Magistratura prevarrà, se quella dello stantio sistema oppure svincolata.

D’altronde è significativo di ciò, tra le innumerevoli oscure vicende di questa Nazione, il caso dell’uccisione del Magistrato dr. Borsellino e della sua scorta. I Giudici dopo decenni hanno definito distratti i loro precedenti colleghi e fuorvianti certi rappresentanti delle Forze dell’Ordine. Pochi giorni addietro il mio pensiero andava alla Dr. Borsellino, sorella del Pm ucciso. È morta non solo non potendo sapere dopo decenni la verità sull’uccisione del fratello, ma apprendendo pure che avevano travisato, mentito ed eluso proprio nello Stato di cui era un fedele servitore il fratello Magistrato dr. Borsellino.

Si deve rivoltare questo Stato (Regioni e Comuni) come un calzino, disinfettarlo e metterlo urgentemente in lavatrice. È troppo sporco, infettato e contagioso, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello.

Nella tragedia del ponte di Genova ci sono purtroppo 43 vittime, parecchi feriti cui anche gravi. Alcuni dei morti, dapprima dati come dispersi, erano invece nelle auto o sbalzati fuori, torchiati dentro il cratere causato dai grandi blocchi di cemento del ponte crollato. È anche angosciante il solo pensiero che quei concittadini abbiano potuto avere una morte lenta se è vero che si sentivano inizialmente lamenti provenire da quella cavità. Un’agonia oltremodo sofferta, schiacciati e soffocati nel terreno fangoso sottostante, vedendo la morte arrivare.

Il ponte autostradale Morandi di Genova era stato inaugurato nel 1967, era lungo 1.182 metri ed aveva un’altezza al piano stradale di 45 metri mentre i 3 piloni in cemento armato raggiungevano i 90 metri di altezza. Era noto anche come “Ponte di Brooklyn” per la forma che richiamava molto vagamente il celebre ponte americano. Ma l’attuale Ponte di Brooklyn, situato sul fiume East River e che collega tra di loro l’isola di Manhattan e il quartiere di Brooklyn a New York, è lungo 1.825 metri ed è stato completato nel 1883. Ancora è lì integro e funzionale.

Poveri concittadini vittime e feriti nel corpo e nella mente. Il pensiero va a loro e speriamo questi ultimi possano guarire e riprendersi.

In Italia si deve ripristinare anche la responsabilità oggettiva, penale e civile. Si devono raddoppiare fino a quintuplicarle proporzionalmente al livello rivestito (nessuno indenne) ma in modo chiaro, comprensibile, serio e severo, tutte le norme penali e civili nel sistema pubblico-politico e a carico di tutti coloro che direttamente o indirettamente, anche concessionari, hanno che fare con quest’ultimo, altrimenti continuerà la compiacenza, la connivenza, la corruzione, l’omertà e la spartizione, quindi i disastri, i drammi, ecc.

Questo neoGoverno, ora che ha dimostrato di avere una maggioranza in Parlamento, prenda “dalle corna” questa Nazione e attraverso una revisione limpida, oggettiva, intransigente delle leggi, la bonifichi forzosamente e rigorosamente dalla decennale collettrice umana in politica, nelle istituzioni, burocrazia, professioni, informazione, ecc. Forse è l’ultima occasione.

Solo così questa Nazione inizierà a riprendersi. E anzi se questa Italia non sarà più corrotta e ingiusta, ritornerà ad avere anche la fiducia internazionale. Uno Stato civile, retto e trasparente è sempre preferito dagli investitori rispetto al contrario, tranne chiaramente dai corrotti, delinquenti e mafiosi.

L’immagine del ponte proviene da utenti di Twitter.

Adduso Sebastiano.

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