ESCLUSIVA – Paolo Specchia: ”Fontana ha sbagliato, mai parlare a caldo!”

L’intervento dell’ex allenatore della Juve Stabia Paolo Specchia al Pungiglione Stabiese Nel corso della puntata...

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L’intervento dell’ex allenatore della Juve Stabia Paolo Specchia al Pungiglione Stabiese

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione di ViviRadioWeb abbiamo avuto come ospite telefonico l’ex mister della Juve Stabia Paolo Specchia. Con lui abbiamo discusso di questo momento del campionato di Lega Pro e della Juve Stabia in generale. Queste sono state le sue dichiarazioni

Buonasera mister, parliamo un po’ della Juve Stabia che stava facendo davvero un campionato importante fino alla sosta, ovvero fino all’apertura del mercato di gennaio. Poi un 2017 orrendo con 6 punti in 8 partite! In questi casi purtroppo una legge del calcio non scritta recita che se risultati non arrivano, per dare uno scossone all’ambiente, si manda via sempre l’allenatore. Lei cosa ha da dirci su questa “legge”?

Guardi, non posso dire che la soluzione si trova con l’esonero. Secondo me il lavoro di un allenatore va guardato al di là dei risultati, mi rendo conto che però se una squadra cade in una serie negativa di risultati, il proprio operato viene sempre discusso. Chiaramente è difficile essere apprezzati oggi e chi presidia l’area tecnica dovrebbe capire che al di là dei risultati c’è un buon lavoro, per cui mandare via un tecnico che ha fatto così bene all’inizio potrebbe essere un rischio e una conseguenza non giusta anche sul piano personale dello stesso allenatore, tant’è che risulta difficile trasmetterlo all’ambiente.

Capisco che soprattutto da noi in Campania e in Lega Pro contano le grandi ambizioni, quando i risultati non arrivano il primo pensiero e di cambiare la guida tecnica. Non sempre si tratta di una decisione giusta, bisognerebbe guardare un po’ oltre, per decidere se sia necessario farlo. Non conoscendo le vicissitudini di casa vostra e facendo un’analisi a largo spettro, ci sono anche dei casi in cui ci sono situazioni contingenti che ti portano a cambiare allenatore, a prescindere dal suo valore. L’avvicendamento non sempre risolve la questione, magari vieni un tecnico che va a peggiorare le sorti di una squadra, come spesso è capitato.  Non sempre si va a cambiare in meglio, molte volte si cambia perché sull’onda emotiva di volerlo fare. In alcuni casi però si butta a “mare” magari quanto di buono è stato fatto in quel momento. Spesso ho visto situazioni che sono peggiorate anche con il cambio dell’allenatore, però tante volte diventa quasi una “legge non scritta”, dettata da tutti e quindi diventa una legge.

Da pochi giorni è venuto a mancare il grande Presidente Roberto Fiore. Lei è stato un suo uomo, ci può dire qualcosa in merito ai ricordi del presidentissimo?

Il Presidente Fiore è stato un uomo molto in gamba, per quello che ha fatto soprattutto con il Napoli, si è saputo ritagliare uno spazio importante nel calcio che conta, cioè ha fatto il presidente in serie A e quindi nessuno può parlare male. Nella mia valutazione della persona Fiore gli dò un voto altissimo, come Presidente della Juve Stabia nei miei confronti invece gli dò un voto meno alto, perché prima mi osannò come l’uomo della provvidenza, e poi in seguito cominciò a pensare che io giocassi a zona non accettando determinate scelte mie. Anche lui mostrò dei limiti presenti in tanti Presidenti. Quando i risultati non arrivano, mettono in discussione l’operato del tecnico e dei calciatori. Anche Roberto Fiore mi allontanò dalla guida tecnica della Juve Stabia.  Vi voglio però ricordare che ho portato a Castellammare calciatori importanti come Bachini che è stato un grande calciatore e sappiamo tutto il valore che aveva anche se poi ha chiuso la carriera in malo modo. La divergenza tra me e Fiore, che scatenò il mio allontanamento, si ebbe quando, per la partita con il Siena, mi disse che io senza conoscere bene Bachini lo avevo portato con me in panchina mandando Dell’Aquila in tribuna. Al di là di tutto io sono una persona che comunque non porta rancore contro nessuno e ho sempre apprezzato le qualità di Fiore a prescindere. Ci siamo incontrati successivamente, diciamo che l’ho perdonato, nel senso ritenevo mi avesse fatto un torto, e nella vita si riesce sempre a perdonare e quindi l’ho riscoperto anche dopo. È stato gentilissimo con me e io con lui, in sintesi è stato un grande Presidente, però come spesso capita “scivolava” un po’ in qualche piccola debolezza. Non ricordo poi dopo di me i cambiamenti che ci furono, però non è che ci fu un cambio in positivo, quindi in sostanza non è che i successori abbiano fatto parlare di sé nell’ambito della propria carriera futura. Quindi sono scelte che in quel momento sono fatte “di pancia e di petto” e non vengono mai approfondite con cura. Eppure Fiore, è stata una persona intelligente, molto competente di calcio, e ripeto il concetto che anche lui da presidente qualche volta non è che sia stato sempre esemplare non solo nel mio caso. Ricordo che pagava tantissimo Romei e quando io portai Nicodemo, che prima di Castellammare avevo già fatto benissimo, senza se e senza ma iniziò a mettere in dubbio le qualità di questa mia scelta, salvo poi rendersi conto che Attilio poi era davvero un ottimo calciatore. Tante volte diciamo che l’uomo prevale sulla competenza. Aldilà di tutto per me Fiore è stato un grande Presidente a prescindere di come mi ha trattato, perché l’ho conosciuto come un uomo di altissimo profilo sul piano generale, intelligente e pieno di generosità. Posso solo parlarne bene ma la perfezione è di Dio e non di questa terra, anche lui qualche volta ha avuto modo di sbagliare su determinate cose.

Della sua gestione ci ricordiamo la partita vinta contro il Lecce, e in particolare il titolo del Corriere dello Sport “Il Lecce scivola su Dell’Oglio”, tant’è che poi è stata l’ultima volta che la Juve Stabia ha vinto contro il Lecce:

Bisogna tener presente un fattore importante, sono ritornato spesso a Castellammare. Ho visto il campo sintetico che in questi ultimi anni ha permesso di fare risultati importanti a tanti colleghi che sono venuti dopo di me. Noi invece giocavamo su un campo pessimo che doveva essere rizzollato tante volte, e nonostante ciò, ho provato a far giocare la squadra con palla a terra. Ricordo però di non aver vinto solo contro il Lecce, in quell’occasione ci fu l’apoteosi, che in quell’annata perse solo contro di noi in trasferta. I salentini erano una squadra che fece un filotto di vittorie, eppure noi giocammo alla pari mostrando un calcio importante su un campo improponibile, mentre invece oggi il sintetico che c’è a Castellammare aiuta sul piano del gioco. Quest’anno ho visto la Juve Stabia giocare bene molte volte, avevo avuto un’ottima impressione di mister Fontana, poi non so come sono precipitati i rapporti, tant’è che ho visto la squadra giocare diverse volte nelle prime dieci domeniche, e mi è piaciuto molto il modo da parte del tecnico di saper gestire dalla panchina la sua squadra.

Dopo poche ore dall’esonero, Mister Fontana ha rilasciato un’intervista presso un giornale on-line. L’ex tecnico ha affermato che non è stato mandato via per una decisione della società, ma che in modo indiretto è stato esonerato dalle pressioni che ha esercitato la tifoseria. Dall’alto della sua esperienza lei avrebbe rilasciato una dichiarazione del genere dopo poche ore dall’esonero?

Assolutamente no. Queste sono cose  che non bisogna mai fare, non si deve mai parlare quando si va via, perché qualsiasi parola o dichiarazione fa sempre male, e può scatenare polemiche. Non so dirvi cosa abbia detto nello specifico Fontana e per questo non posso commentare nello specifico. Posso solo dire che in queste situazioni sicuramente si è distrutti dal dolore ma comunque in questi casi è bene trincerarsi nel silenzio. Il tempo, il futuro, sono galantuomini, e se un tecnico è capace sicuramente arriverà in alto, magari proprio Fontana prossimamente allenerà in serie B avendo modo di poter dimostrare di essere un grande tecnico e che è stato esonerato ingiustamente. A caldo è bene non parlare mai.

Lei ha avuto tante esperienze da allenatore, più di 40 anni su svariate panchine in Lega Pro, cosa pensa possa essere successo nell’ambiente e nello spogliatoio qui a Castellammare? Ci può essere qualche via d’uscita da questa situazione?

Non ho proprio idea e nè la possibilità di dire cosa sia successo, perché non vivo la realtà di Castellammare, e non avendo sempre la possibilità di vedere le partite, non posso assolutamente permettermi di giudicare e di fare ipotesi.

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