Paolo Borsellino: “Dobbiamo formare un esercito di ’teste di minchia’”

Temo che fosse dedicato anche a noi, questo pensiero, a noi che eleggiamo quelli che si rifiutano di firmare le leggi contro la mafia...

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Oggi vorrei iniziare con una citazione,un bel pensiero per tutti noi… Il discorso che Paolo Borsellino disse di aver preparato all’amico Giovanni Falcone per il suo funerale…questo avvenne, quando ancora erano entrambi vivi e potevano persino ridere della loro futura dipartita, come unica, vera libertà residua, in quelle vite blindate, piene di amore e di condanne, fin troppo annunciate:

“Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello, quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero…

Ma oggi, signori e signore, davanti a voi, in questa bara di mogano costosissimo, c’è il più testa di minchia di tutti…

Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”.

Temo che fosse dedicato anche a noi, questo pensiero,

  • a noi che eleggiamo quelli che si rifiutano di firmare le leggi contro la mafia, la corruzione, l’evasione, il conflitto d’interesse o la prescrizione.
  • A noi che continuiamo ad eleggere quelli che cancellano le poche ottenute, col sangue versato dai nostri eroi, sostenendo per contro, il diritto al silenzio dei capi mafia.
  • A noi che ci disinteressiamo del fenomeno mafioso che avviluppa tutto nelle sue spire, solo perché con le loro armi di disinformazione di massa, ci dicono che per loro, è tutto a posto.
  • A noi che pur sapendo che non vi è giustizia, preferiamo anestetizzarci che lottare.
  • A noi che dovremmo essere un esercito spontaneo di “teste di minchia” e non di garantisti verso i privilegi della casta o i diritti dei mafiosi.

Intanto dai banchi virtuali del maxi-processo che non c’è, arrivano deposizioni come questa del pentito Andrea Mantella che prima di diventare Collaboratore di Giustizia era il boss di Vibo Valentia.

Nella sue deposizione spiega brevemente come funziona la nostra giustizia:

“Ho fatto più carcere da Collaboratore che da mafioso”

Può sembrare una dichiarazione assurda ma invece nel tempo, è stata la stessa di molti altri Collaboratori.

Come mai? A loro vengono riconosciuti generalmente sconti di pena ma la pena stessa viene applicata, mentre, sempre lui e molti altri ci spiegano ripetutamente come, da mafioso, le cose siano molto più semplici e soprattutto funzionali.

Esistono avvocati deviati, medici deviati, periti deviati, magistrati deviati, poliziotti deviati e via di questo passo. Un’organizzazione parallela che pare funzioni benissimo ad ovvio discapito dell’altra.

Sempre lui ci racconta come, uscire dal carcere da mafioso, sia “una barzelletta”.

Un avvocato ti fornisce gli agganci e un medico attesta che sei depresso, naturalmente tu fingi di esserlo per qualche giorno, poi esci e ti mettono agli arresti domiciliari in una struttura sanitaria, deviata pure quella.

Nel suo caso si trattava di “Villa Verde” che in modo accoglieva i veri disagiati mentali al quarto piano, mentre al secondo, i mafiosi non dovevano più fingere e potevano riprendere tranquillamente i loro affari in assoluta comodità. Mantella afferma infatti che a Villa Verde, poteva raccogliere anche i proventi delle estorsioni e ricevere miriade di visite.

Fra le tante cose interessanti che racconta, e che sarà nostra cura riferirvi in seguito, ci pare interessante sottolineare la sua dichiarazione iniziale: Non vorrei essere presuntuoso, ma io criminale, ci nacqui.

Ci spiega poi come a 13 anni fosse già “uscito” sulla cronaca nera…13 anni. Credete forse che questi bambini abbiano avuto un’altra chance?

No, nessuno gliel’ha offerta. Né la “famiglia”che li alleva per quello , né quello Stato che tavolta sottrae i figli agli indigenti ma non prevede nessun intervento su queste vittime predestinate.

La chance Andrea, se l’è data adesso, da grande.

Adesso ha potuto scegliere e sta rinnegando tutto il passato, sta rischiando sulla sua pelle e non solo, il peso delle parole che pronuncia in deposizioni, che costituiscono per lui condanne terribili, bilaterali ed autoinflitte.

Per la mafia è un infame da screditare e uccidere, quindi per noi, di conseguenza, dovrebbe essere un eroe, invece infame resta per tutti…

Ricordo che un tempo, veneravamo Gesù, il simbolo di colui che muore per la salvezza degli altri, il
simbolo dell’altruismo e della ribellione… già vedo le statuine di Barabba, insieme a quelle del colosseo… il ladro da salvare, simbolo del nuovo rinascimento.

Avete mai pensato che un giorno potrebbe accadere anche a voi?

Un giorno scoprite che il marito di una vostra cugina che non avete mai frequentato e manco vi ricordate, ha deciso di diventare un Collaboratore, quindi voi potrete rapidamente scegliere se diventare bersagli facili o stravolgere per sempre la vostra esistenza e quella di tutta la famiglia, aderendo ad un programma di protezione, tenendo anche conto che a Buscetta ne uccisero 10 di parenti mentre a Contorno, più di 30.

Se accetterete la protezione invece, sarete tutti soggetti a spostamenti improvvisi e i vostri figli verranno sbattuti a destra e a sinistra, perdendo ogni volta i nuovi amici, ai quali non sanno neppure dire quale sia il proprio nome, perdendo anni scolastici, non potendo fare i corsi che vorrebbero e certo avranno bisogno di supporto psicologico ma per circa 400 minori sotto protezione, lo stato pare offra ben 3 psicologi ma si, crepi l’avarizia.

Quindi, anche se al momento non vi tocca, buttate un occhio al giovane e promettente imprenditore
edile che va con vostra cugina…perché, non si sa mai…

E con questo chiudiamo questa prima serie di “Spigolando” suddivisa in 6 Capitoli.

Proseguiremo la prossima settimana con una serie di monografie dove parleremo ancora di minori e di diritti.

Francesca Capretta /  Redazione

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