AstraZeneca: Carabiniere di Catania avvia azione legale

Un carabiniere, in servizio nella provincia di Catania, ha deciso di avviare un’azione legale contro la casa farmaceutica AstraZeneca.

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Al militare è stata somministrata la dose dello stesso lotto AstraZeneca sequestrato dai Nas dopo le due morti sospette.

Un carabiniere, in servizio nella provincia di Catania, ha deciso di avviare un’azione legale contro la casa farmaceutica AstraZeneca attraverso l’associazione GiustiTalia. Il sottoufficiale dell’Arma, a cui è stato somministrato il siero anti-covid all’ospedale Sant’Isidoro di Giarre il 17 febbraio scorso, ha avuto forti malori agli arti inferiori e dopo una serie di accertamenti gli è stata diagnosticata una “trombosi completa a carico di entrambe le arterie poplitee”.

Il caso

La dose che è stata inoculata al militare è proveniente dal lotto AstraZeneca ABV2856. È lo stesso che a seguito delle morti sospette del militare della Marina Stefano Paternò e del poliziotto Davide Villa, avvenute lo scorso mese, è stato ritirato su disposizione dell’Aifa.

Il caso del carabiniere è il terzo caso “sospetto” annunciato dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro all’agenzia Ansa e poi confermato attraverso una nota stampa dove spiegava che “non vi era stata accertata alcuna correlazione tra la somministrazione del vaccino” e i malori sorti a Paternò e Villa. E dunque anche al carabiniere. Infatti i Nas sono andati anche al Sant’Isidoro di Giarre per “sequestrare le dosi rimaste del lotto incriminato” e hanno “acquisito la cartella clinica al Garibaldi” dove il militare è stato per diverso tempo ricoverato.

Il militare spiega

Ha sempre goduto di “perfetta salute” ed è assolutamente “pro-vax”. Lo dimostrano “i numerosissimi vaccini fatti nel corso delle numerose missioni estere a cui ho partecipato in tutti i miei anni di servizio”, racconta all’associazione a cui si è rivolto per valutare se ci sono i presupposti per un’eventuale denuncia.

L’evolversi

Il primo malore, il carabiniere lo ha avvertito quasi dieci giorni dopo l’iniezione. Precisamente il 28 febbraio il militare ha avuto un fortissimo dolore ai piedi con prurito. Consigliato dal medico ha preso un antifiammatorio, ma se il dolore è scomparso sono iniziati dei fortissimi crampi ai polpacci che gli hanno causato problemi a deambulare. Per circa una settimana il carabinieri ha applicato delle pomate e ha preso degli antifiammatori, ma visto che non c’era alcun miglioramento si è sottoposto ad alcuni esami del sangue. Dai test sono emersi alcuni valori preoccupanti, che hanno portato il sottufficiale dell’Arma al Pronto Soccorso di Taormina. I vari accertamenti a cui è sottoposto hanno riscontrato la trombosi. A quel punto il militare è stato ricoverato in via d’urgenza al reparto di Chirurgia vascolare del Garibaldi Nesima, dove è iniziato un trattamento anticoagulante. Il 15 marzo l’angiotac ha confermato la diagnosi della trombosi alle arterie poplitee. Purtroppo non è stato possibile intervenire chirurgicamente perché le arterie erano infiammate. Per comprendere le cause della patologia il carabiniere è stato sottoposto ad un esame trombofiliaco, che serve a verificare la predisposizione alla trombosi, che però ha dato esito negativo.

Attualmente

Il sottoufficiale è in convalescenza fino al 6 aprile 2021 e dovrà continuare le cure anticoagulanti e forse dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico per rimuovere i trombi. Il carabiniere è preoccupato per le conseguenze di quanto successo: “potrebbero inficiare il mio futuro di uomo e militare dell’Arma”. Per questo ha deciso di rivolgersi a dei legali. Ma al momento non vi sono prove scientifiche della correlazione tra il vaccino e la trombosi. Fonti: Forzearmate.eu

Mariella Musso

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