Videointervista al regista Formisano: “nel mio corto uno sport che unisce”

Videointervista al regista Salvatore Formisano per la presentazione del cortometraggio “I colori della pelle”, un...

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Videointervista al regista Salvatore Formisano per la presentazione del cortometraggio “I colori della pelle”, un lavoro sulla discriminazione che si sviluppa attraverso lo sport che unisce e non divide.

Videointervista al regista Formisano: “nel mio corto uno sport che unisce”

La redazione ha incontrato Salvatore Formisano, regista e sceneggiatore per il teatro e il cinema. Oggi Formisano presenta “I colori della pelle”, un cortometraggio ambientato e girato a Torre del Greco sull’abbattimento delle diversità.

Ma prima di parlare del cortometraggio è necessario far riferimento alla realtà in cui il corto è nato. Infatti, è un’opera di gruppo. “Diciamo che FormArt è un contenitore dove si elaborano progetti e sperimentazione teatrale e cinematografica. Non siamo un gruppo stabile, che si rimodula sulla base della progettualità che intendiamo portare avanti. Quest’anno è stato particolare, abbiamo due produzioni ferme”.

Fermi, ma non del tutto. “Questo corto è stato girato in collaborazione con l’associazione I colori della pelle, che è anche il titolo del corto. Si chiama così perché di solito parlando di pelle si fa riferimento al razzismo. Per noi l’intolleranza è qualcosa che esce dall’animo e spesso ha retaggio storico”.

L’idea è stata di rappresentarlo attraverso lo sport. “È una partita di calcio tra due schieramenti di ragazzini: Torre Alta e gli scugnizzi. È una sfida tra le parti. Tra i ragazzi emerge che lo sport unisce e non divide”.

Gli attori Dino Porzio e Giovanni Caso interpretano gli allenatori delle squadre “e il contrasto si nota soprattutto tra loro. Al contrario, i ragazzi daranno lezione agli allenatori che non importa l’estrazione sociale. La partita si conclude con un pareggio, quindi vincono tutti. La morale è che lo sport unisce e che l’ingenuità dei ragazzi può dare lezione”.

“Un altro piccolo segnale: abbiamo trattato la materia del ruolo della donna. Nel nostro caso l’arbitro è donna, è chi decide. Questo per mettere in primo piano che la donna non ha nulla di meno rispetto agli uomini, ugualmente in grado di gestire situazioni difficili”.

I ragazzi che hanno interpretato le squadre non sono attori. “Si tratta di allievi di una scuola calcio che per la prima volta si sono esibiti davanti alle camere. Lo abbiamo voluto perché sono emerse le caratteristiche dei ragazzi, che non hanno esperienza teatrale o cinematografica.  Il corto è stato girato il a dicembre, ovviamente rispettando le norme. La partita non è stata disputata, i ragazzi erano distanziati e l’operazione è stata di montaggio, i momenti della partita erano pochi”.

Da lavoratore dello spettacolo, Salvatore Formisano si è preoccupato di scrivere una sceneggiatura che permettesse il distanziamento tra gli attori e i ragazzi in campo. Lo stesso vale per il gruppo delle riprese. “Molti amici attori non se la passano bene. Credo che il vaccino sia l’unica strada per poter riprendere la vita normale. Invito tutti a vaccinarsi. Ma non ci fermiamo, stiamo lavorando su due nuovi testi. Il nostro obiettivo è di far conoscere testi teatrali che non vanno per la maggiore. Il teatro va anche al di là della sua forma tradizionale, dello straordinario teatro napoletano. C’è anche un teatro di sperimentazione con linguaggi moderni che attirano anche i giovani”.

I prossimi progetti di Salvatore Formisano in serbo per il pubblico: “Quattro uomini in cerca di felicità e Trammammuro sono i testi teatrali che abbiamo in cantiere. Abbiamo in produzione tre thriller per quanto riguarda i cortometraggi, speriamo per l’anno prossimo”.

Lorenza Sabatino

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