Sconcerti: “La differenza tra Napoli e Juventus sta in Insigne e Dybala”

“A me Andrè Silva piace ma non è ancora da Milan” Il giornalista Mario Sconcerti ha...

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“A me Andrè Silva piace ma non è ancora da Milan”

Il giornalista Mario Sconcerti ha fatto il punto della situazione sull’ultima giornata di Serie A, analizzando soprattutto il duello tra Napoli Juventus per la lotta scudetto, ma anche quello per l’Europa che si fa sempre più interessante grazie al Milan che ha recuperato punti su RomaLazioInter.

Ecco il suo editoriale sulle colonne del Corriere della Sera:
“Il rumore della Juve si è fatto assordante. In due partite ha preso cinque punti al Napoli. Stanno pesando le differenze individuali. Dybala è ancora al cinquanta per cento ma decide le partite. Allegri sostiene che infortunarsi equivale a riposarsi. È una vecchia teoria, nacque all’epoca delle grandi cadute di Fausto Coppi, subito dopo ogni volta risorgeva. Ma nel calcio vorrebbe dire che è meglio non giocare, tesi alla lunga insostenibile. La realtà è più vicina a un Napoli non stanco ma quasi annoiato, non più capace della differenza. Tiene ancora il pallone ma a una velocità diversa. Infatti conclude poco, è trattenibile. Direi che la vera diversità è riassumibile in Dybala e Insigne. Uno decide comunque, l’altro è il migliore ma non ha la partita in pugno. Non riesce a indirizzarla. Pesa alla lunga sul Napoli non avere uno schema di riserva. Ora che Mertens è stanco e Callejon più astuto che altro, tardano nel Napoli le possibilità di andare al tiro. L’Inter ci ha messo del suo, ha giocato quasi alla Mourinho, poco gioco e più foga, più anima, stessa vecchia inconclusione. Spalletti conosce le regole per chiudere il Napoli, non ha subito un gol in due partite. Chiude bene gli spazi sulle fasce e costringe il Napoli a fare le cose che sa meno, inventare. Il Napoli segue regole matematiche, ma non conosce l’incognita. O basta quello che sa o non va oltre. Contro l’Inter non basta. Così la Juve se ne va quasi d’inerzia, rendendo facile il normale e sempre possibile il resto. Sembrano alla fine facili queste vittorie su avversari di mezzo cammino come l’Udinese, ma sono sempre chiare, non hanno incidenti. La Juve è un piccolo martello di Odino che senza assomigliare all’oro ha sempre più dei suoi avversari. Non ha vinto niente di definitivo, ma si è portata molto avanti. Sta bastando non il suo assalto, ma la sua resistenza. Il resto è il Milan di André Silva, il suo destino in questo complesso momento di crescita. A me Silva piace, è solo un attaccante diverso da quello che serviva. Non è una prima punta classica, è un incrocio tra un attaccante e un fantasista. Non deve avere responsabilità finali, è da Sampdoria, Fiorentina, forse Roma. Poi dopo semmai ancora da Milan. Ma con Gattuso al sesto posto per la prima volta questa classifica è completamente reale”.

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