Sarri: “Ogni allenatore dovrebbe provare l’amore di Napoli. Calcio italiano? Da serie C”

Le sue parole Il Mattino riporta le dichiarazioni di Maurizio Sarri sul palco del piccolo teatro...

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Le sue parole

Il Mattino riporta le dichiarazioni di Maurizio Sarri sul palco del piccolo teatro di Castelfranco di Sopra a ritirare le chiavi della cittadina dove risiede da qualche anno: «Una emozione unica questo riconoscimento, davvero sono commosso», proprio lui che da quelle pari ha guidato lo Stia, la Faellese, il Cavriglia, il Valderna, la Sangiovannnese. «Se sono arrivato sulla panchina del Napoli è per tutto quello che ho imparato guidando queste squadre»

Non è partito per le vacanze ma ha staccato la spina – «Farei fatica a vivere nel caos delle grandi città. Ma io adoro Napoli e la sua umanità, adoro lo spirito sociale che c’è lì, il fatto che se succede una cosa al tuo vicino è come se fosse successa a te. Napoli ti dà un amore unico che ogni allenatore dovrebbe provare nella vita». 

Riflessioni sul calcio italiano – «Non vedo un grande futuro… Credo che la questione del momento particolare del calcio italiano non sia legata alle tante squadre che ci sono in serie A: in tutta Europa, tranne in Germania dove hanno il problema della sosta invernale, ci sono venti squadre. La questione è quella del sovraffollamento degli impegni, che sono tanti. E poi gli stranieri. Allenare un 18enne italiano dà più soddisfazioni che allenare un 30enne straniero. Ma nessuno farà un passo indietro di questo genere in Europa. Però è bello prendere un ragazzo della Primavera e farlo debuttare in serie A, tra i grandi».

Punta il dito anche su altro aspetto – «Bisogna regalare ai tifosi il sogno di poter vincere. Un tifoso del Genoa o della Sampdoria sa che adesso difficilmente per i prossimi 50 anni potrà vincere. E allora? Per quanto tempo potrà continuare a seguire il calcio e ad appassionarsi ancora? Bisogna cominciare a vedere il campionato in collettivo senza pensare solo al proprio orto, a cominciare dalla ripartizione dei ricavi».

La critica, gestione e strutture – : «Minacciare di non far giocare all’Olimpico Roma-Lazio nel caso in cui i tifosi non si comportino bene non è una cosa corretta. Se su 70mila spettatori ci sono 300 che si comportano male vanno arrestati. E lasciati in pace gli altri 69mila e 700… Io non posso credere che un papà che si svegli la domenica mattina e veda una giornata di sole e pensi si portare il figliolo allo stadio non possa farlo perché doveva pensarci tre giorni prima a comprare il biglietto. Quando sono andato in Danimarca per giocare l’Europa League, siamo andati ad allenarci in una complesso straordinario, con campi di calcio, basket, gabbie per il due contro due. Chiedo: è del Midtjylland? No, è del Comune, ci viene chi vuole, è libero. Ecco, lì ho capito che noi siamo in Lega Pro». 

L’idea di fare il ct non gli fa fare salti di gioia: «Al momento non è una cosa che mi interessa, poi magari tra qualche anno, dopo tanti di stress con una partita ogni tre giorni, uno ci può pensare. Ma ha ragione Conte quando dice che quando sei abituato ogni giorno al campo, dopo pochissimo senti la mancanza dell’odore dell’erba»

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