Gasperini: “Con Pavoletti, ci vuole pazienza. Ricordo quando ho colpito Maradona con una manata: una grande paura”

Le sue parole Gian Piero Gasperini, durante un Pescara-Napoli, nel marzo del 1989, la combino’...

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Le sue parole

Gian Piero Gasperini, durante un Pescara-Napoli, nel marzo del 1989, la combino’ davvero grossa: “Per giorni non mi fecero chiudere occhio, ricevetti insulti di ogni tipo: quel giorno misi ko Maradona, un dio in terra. Si, lo colpii con una manata, lui stramazzo’ al suolo, pieno di sangue: aveva una ferita al labbro che curarono poi con quattro o cinque punti di sutura. Una grande paura. Ma non lo feci apposta. Però, non me lo perdonarono facilmente i tifosi del Napoli”. Oggi l’allenatore dell’Atalanta ha parlato a Il Mattino:

Gasperini, lo ha poi più rivisto Diego? “Una volta, a San Siro. Dopo una partita di Coppa Italia tra Inter e Genoa. Ma per fortuna lui non mi ha riconosciuto. Ne’ io gli ho ricordato quella ferita. Anche se ero innocente, completamente: la colpa e’ stata di un anello che avevo al dito”.

Fosse diventato allenatore del Napoli magari se lo sarebbe ricordato anche il Pibe de oro. “Probabilmente sì anche se non ci ho mai creduto tantissimo che potesse succedere. Però quella primavera (siamo nel maggio del 2011, ndr) effettivamente qualcosa si mosse”.

Quello di De Laurentiis fu un falso abboccamento per ingelosire Mazzarri? “Non credo. Mazzarri aspirava a finire alla Juventus e De Laurentiis penso’ a me nel caso in cui fosse andato via”.

Ha fatto bene Sarri a non replicare alle accuse in diretta tv di De Laurentiis dopo la gara col Real? “Tutta questa situazione che si è creata alla fine darà maggiore attenzione e concentrazione a tutto l’ambiente. Poi il valore di Sarri rimane immutato. Magari De Laurentiis ha voluto solo creare della pressione positiva… Se passano il turno avranno entrambi ragione. Il Napoli puo’ vincere 2-0 in casa con il Real, e’ una cosa possibile. Il Real in trasferta e’ meno temibile che al Bernabeu e il Napoli al San Paolo e’ diverso da quello in trasferta”.

Che tecnico e’ Sarri? “Un allenatore che ha dimostrato che le grandi squadre possono essere allenate anche da chi fa tanta gavetta, e non solo da ex giocatori subito catapultati in alto”.

Zielinski, Diawara: chi e’ gia’ un campione? “Se giochi nel Napoli sei già a livelli altissimi”.

I giocatori che invidia a Sarri? “Insigne e Hamsik sono il top anche in Europa. Poi il fatto che siano divenuti grandi crescendo nel Napoli, rende la cosa ancora piu’ bella. Per lo spirito di appartenenza dei tifosi nei loro confronti”.

Pavoletti. Col Napoli perché stenta? “Che sia arrivato in una top come il Napoli non mi sorprende. E’ un attaccante con grandi qualita’: io consigliai a Conte di inserirlo almeno nella lista dei 30 per gli Europei. I suoi gol sono stati determinanti per i nostri successi. Quest’anno mi pare sia stato molto condizionato dagli infortuni: ci vuole pazienza, non e’ mai facile inserirsi a gennaio in una squadra così collaudata come e’ il Napoli”.

Tre cose che teme di Sarri? “La qualita’ e l’organizzazione del suo gioco. E in piu’, la fiducia che ormai ha in lui il gruppo che allena. Le squadre di Sarri hanno sempre giocato con mentalita’ da grandi: palleggio rasoterra, fasce dinamiche, ricerca costante del possesso”.

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