Napoli al bivio prima delle sosta per nazionali

Napoli al bivio prima delle sosta per le nazionali L’Europa League pone il Napoli davanti...

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Napoli al bivio prima delle sosta per le nazionali

L’Europa League pone il Napoli davanti al bivio della strada che da un lato porta a giocare per tutte le competizioni, senza infingimenti di Covid, di stanchezze da impegni ravvicinati, od altro; e quella, a volte impervia, ma unica da percorrere per andar lontano nella “rivoluzione calma” di Gattuso: la strada della costanza di ritmo, che non va mai abbassata in devianti cali di tensione, quella dell’intensità che non fa andare in isolamento Osimhen, quella volitiva, che non rende Mertens svogliato davanti porta, quella degli esterni d’attacco che si imbattono e vincono gli uno contro uno (avendone soprattutto in velocità tutte le capacità) per poi trovare il fondo cross o l’accentro dinamico con gli interpreti in mezzo al campo.

Quella di Rino Gattuso (per lui stretta di mano con De Laurentiis per il contratto) è una rivoluzione calma, come l’ho definita, proprio perché tutto questo l’aveva realizzato non a muso duro del noto ringhio. Ma con l’intelligenza tattica di chi ha cambiato modulo senza pensare di restar ancorato alla sua  nemesi, se il risultato resti quello delle due sconfitte casalinghe consecutive se si guarda appunto a Coppa e campionato. Il nuovo cambio di interpretazione deve già esser all’orizzonte se si vuol prendere le “mosse” alle contromisure avversarie.

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I centrocampisti e gli apripista dell’ultimo periodo, quali Lozano e Politano, non ultimo con il Sassuolo non hanno trovato campo da percorrere, per mirare la porta o per i compagni. Si fanno scelte tattiche, ma la posizione di Fabian, lo fa perdere in sortite offensive. E quando ci arriva partendo così dal basso, l’efficacia è vanificata dalla ricerca di una annacquata precisione in luogo di una sterile potenza.

E poi la coppia con Bakayoko, bene quando le altre non si chiudono, ma quando lo fanno l’alternativa apriscatola in maggiore dinamicità può esser Zielinski. Sempre che quest’ultimo si decida al definitivo salto che lo conduca alla qualità ultima. Perché bisogna ritrovare la via del goal, così facilmente percorsa ad inizio stagione se si pensa ai 10 tra genoa ed Atalanta, e smarrita troppo presto. In difesa poi non è bastato il 100 % di contrasti vinti di Koulibaly, ormai diventato centrocampista aggiunto. (Con classifica duelli vinti che vede il Napoli in testa, secondo Milan). Il singolo errore difensivo c’è stato a Benevento (Manolas), con l’Az Alkmaar; ed infine con il Sassuolo Di Lorenzo su Raspadori, per cui pur subendo poco gli azzurri perdono un pò di punti qua e là.

Concentrazione forse mancante a volte da parte dei difensori, che non sentono umori del tifo assente, e di converso maggiore spregiudicatezza invece a dar spazio a quanti più attaccanti possibile per approfittarne, sta ponendo gli attaccanti in condizione di imprimere sempre maggior pressione. Dopo Rijeka ci sarà il Bologna prima della sosta. Marotta, dall’Inter, sui nazionali sfonda una porta aperta con De Laurentiis, che addirittura aveva chiesto indennizzi ai club in caso di infortuni derivanti dalle nazionali. Settimana prossima, con nuovi viaggi verso le nazionali in questa condizione di epidemia, sarà strascico di nuove polemiche. Appuntamento allora a mercoledì prossimo.

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