Jorginho: “Obiettivi? Dobbiamo essere uniti. Scudetto? Ci penso ogni sera”

Jorginho: “Obiettivi? Dobbiamo essere uniti. Scudetto? Ci penso ogni sera” Il centrocapista italo-brasiliano del Napoli...

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Jorginho: “Obiettivi? Dobbiamo essere uniti. Scudetto? Ci penso ogni sera”

Il centrocapista italo-brasiliano del Napoli Jorge Jorginho, è intervenuto ai microfoni di TV Luna dove ha parlato della sua situazione a Napoli, degli obiettivi, e della sua vita privata.

Come sto io e il Napoli? Io sto bene, credo che lo sia anche il Napoli. Anche se sembra in difficoltà, ma credo
sia un momento e siamo sulla strada giusta: stiamo facendo buone cose per continuare a far bene quest’anno.
Critiche eccessive dopo le ultime gare? Sì, qui è tutto molto esagerato e ingigantito. Dal mangiare che mangi
sempre tanto a tutto il resto, quindi credo le critiche siano normali, sinceramente non ho letto niente perchè cerco
di stare un po’ sereno nel mio, se vai a vedere tutto sprechi energie e non credo sia utile a noi. Dobbiamo
concentrarci sul lavoro e su ciò che dobbiamo fare. Sembra sia venuta la fine del mondo, sai (ride, ndr)? I risultati
non sono stati buoni ma siamo sulla strada giusta per tornare a far punti e sui nostri obiettivi. Dobbiamo stare
sereni e lavorare tanto: è il lavoro che paga.

Obiettivo? Credo che più che mai dobbiamo essere tutti uniti, sia qui che all’esterno di Castel Volturno: abbiamo
un percorso che facciamo da tre stagioni, credo che non possiamo abbatterci per due gare non vinte. Dobbiamo
andare oltre, lo stiamo facendo e siamo molto convinti che possiamo fare ancora meglio. Lavoriamo per questo.
Napoli di dicembre, non è cambiato nulla? Certo che è il solito Napoli, se vai a vedere abbiamo fatto due
pari di fila ma personalmente la squadra con la Fiorentina è tornata a fare quello che non stava facendo nelle
precedenti 2-3 gare. Creato di più, con intensità, per quello dico che siamo sulla strada giusta. Abbiamo creato
movimenti in profondità e altre buone cose.

Dualismo con Valdifiori? Falsissimo, incredibile. Non era così, Mirko è un bravissimo ragazzo: hanno detto e
continuano a dire tante cose che non esistono, io con lui avevo un buon rapporto. Vivevamo nello stesso parco e
venivamo insieme per la partita in macchina con Manolo Gabbiadini e Maggio, quindi non è assolutamente vero.
C’era competizione, ma sana: quella che fa bene al gruppo, la competizione fa alzare il livello dell’allenamento. Dai
più qualità ad allenamento e squadra, non esisteva nessun dualismo fra noi.

Diawara? E’ giusto e normale che ci sia competizione fra di noi, serve a farci allenare entrambi bene! Fa bene a
tutti, credo sia fondamentale che ci sia.

Torino-Napoli? Sicuramente mi aspetto una gara difficile, loro sono in salute e han fatto un risultato importante
a Roma. Sono carichi e possono pensare che siamo in calo, saranno motivati. Vogliamo abbattere queste loro
motivazioni e far vedere in campo chi vuole davvero vincere. E’ normale che vogliamo vincere, giochiamo sempre
per questo. E’ una delusione quando non ci riusciamo, siamo sempre tristi quando non vinciamo e siamo i primi a
tenerci tanto. A volte sembra che non siamo delusi, ma non è così!

Tutte queste vittorie? Sapevamo che prima o poi arrivava un ostacolo, il campionato è lunghissimo: arrivano il
freddo, il campo pesante, cose che possono penalizzarci ma dobbiamo andare oltre e vincere anche quando ci sono
cose che non ci aiutano. Adesso vogliamo tornare a vincere.

Guardiola e Xabi Alonso parlano di me? Questi complimenti fanno benissimo, ti danno autostima e
motivazioni. Io però sono attaccato alla radice, da dove vengo: penso a tutto quello che ho fatto e conquistato,
quanto ho lavorato e sofferto per essere qui. Non voglio buttare via niente, potrebbe essere facile. Voglio crescere,
ho tanto da migliorare. Questi elogi mi fanno venire ancora più voglia di crescere.

Mamma mi spinse a diventare calciatore. Mi disse che calciavo già ad un anno e due mesi, a 4 anni facevo
scuola calcio. Giocavo in spiaggia con lei, mio papà mi ha sempre anche spinto a fare il calciatore. Diciamo che nei
momenti di difficoltà, io per fortuna ho avuto la mai famiglia al mio fianco. Sinceramente da solo sarebbe statadura, è arrivato un punto quando ero in Italia, che dissi piangendo a Verona: ‘ Per me è finita, torno’. Ero al
settore giovanile, dissi che questo mondo non faceva per me e volevo mollare. Volevo tornare in Brasile, avevo
sofferto troppo e volevo mollare il calcio. La mia famiglia mi disse: ‘Tu qui non ci torni, hai già sofferto troppo, ce
la farai’. Ho già mangiato la stessa cosa per tre giorni, oggi nessuno sa queste cose. Ho conosciuto anche tanti che
alla fine se ne sono tornati e non sono riusciti ad andare avanti.

20 euro a settimana? La chiamavamo la paghetta, penso a quei 20 euro quando parlavamo di non pensare
troppo e stare con i piedi per terra. Vivevo con 20 euro alla settimana e mangiavo la stessa cosa per tre giorni,
quando mi lavavo con l’acqua fredda anche in inverno. In quei momenti è stato difficile, ho vissuto così un anno e
mezzo. Poi per fortuna sono riuscito ad andare avanti, quello che semini, raccogli. Adesso è il momento di
raccogliere.

Jorginho genitore, cosa mi piacerebbe raccontargli della mia carriera? Quando crescerà, per fortuna
potrà vivere molte cose insieme a me. Spero di giocare dieci anni ancora, non lo so. Anche a Napoli! Spero possa
viverlo con me e gli racconterò il passato. Voglio che lui cresca diversamente dalla mia infanzia, non avevo tutto
quello che lui potrà avere. Cercherò comunque di dargli dei valori: rispetto, umiltà, valori umani che se non lo
facciamo noi, farà fatica in futuro nella vita. La cosa fondamentale è che io e mia moglie riusciamo a trasmettergli
questi valori, che sia un bravo ragazzo.

Compagnia? Ci stiamo organizzando per ancora un paio di figli!

Scudetto? Mamma mia, magari! Lo so che qui sarebbe incredibile, io ci penso ogni sera anche se non mi credete!
Mi hanno già raccontato cosa succederebbe, io vi giuro ho già sognato anche i palazzi blu e tante altre cose!
Potrebbe durare, non saprei, ma tanto tempo. Si parla con la famiglia quando ritorno, io ho detto: ‘Non lo so, non
ne ho idea quando verrò!’. Resterei volentieri qui un altro po’ a fine stagione per quell’obiettivo!

Auguri di Natale? Gli auguro tante cose buone ai tifosi azzurri, un Natale in pace in famiglia e poi per il resto di
sostenerci anche nelle difficoltà. Abbiamo bisogno di tutti, vi auguro un buon Natale e forza Napoli sempre!”.

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