Napoli, Koulibaly: “L’interesse degli altri club è il frutto del lavoro. Su Maradona e Deschamps…”

“Quando mi chiamò Benitez pensavo fosse uno scherzo” Kalidou Koubaly, difensore del Napoli, ha rilasciato alcune...

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“Quando mi chiamò Benitez pensavo fosse uno scherzo”

Kalidou Koubaly, difensore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al blog della compagnia telefonica Orange Sénégal per parlare del campionato ma anche, a differenza delle interviste sul gioco di Sarri e del Napoli, di Maradona, sul suo passato e quello che potrebbe essere il suo futuro.

Ecco le sue parole:

Maradona:
“Quando disse che avrei potuto giocare nel Real Madrid o nel Barcellona se fossi stato bianco, chiesi ad un magazziniere di darmi una delle mie maglie. Non ci credevo, gli dissi che se avesse voluto avere una maglietta gliel’avrei data senza problemi: non gli serviva dire una stupidaggine come quella (ride, ndr). Tre giorni dopo, Maradona mi mandò una foto per ringraziarmi. Mi rese felicissimo, è la prova che tutto è possibile”.

Benitez:
“Mi telefonò due o tre volte, gli attaccai il telefono in faccia perchè pensavo fosse uno scherzo. Invece era vero, ed io mi imbarazzai moltissimo: gli feci tante scuse, non me l’aspettavo. Era una chiamata d’avvertimento, non mi mollò e dopo sei mesi tornò alla carica: un segnale decisamente più forte”.

Il suo arrivo in Italia:
“Era esattamente ciò che mi serviva, perchè per un difensore non c’è posto migliore dell’Italia viste le tante componenti tattiche. Sono arrivato davvero lontano, sono cresciuto tanto sotto questo punto di vista”.

La mancata convocazione nella Francia:
“Deschamps mi nominò in diretta pur avendo già giocato con il Senegal. Mi confuse, anche se so che questo gli ha creato qualche problema e qualche presa in giro. Ero a casa con gli amici, mi dissero che stava parlando di me. Non gli credetti, pensai che fosse un altro scherzo: dopo aver visto la scena, però, mi sentii in imbarazzo per Deschamps”.

Il suo futuro:
“Tante squadre mi vogliono? Beh, questo vuol dire che il lavoro che svolgo alla fine paga se poi le mie prestazioni vengono notate”.

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