Ferlaino: “L’idea Maradona nacque da una mancata amichevole tra noi e il Barcellona”

Le sue parole Corrado Ferlaino ha parlato al Corriere dello Sport: Quando tutto iniziò, fu...

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Le sue parole

Corrado Ferlaino ha parlato al Corriere dello Sport:

Quando tutto iniziò, fu (quasi) per caso… 
“In maniera strana, insolita ed anche casuale: il Barcellona voleva organizzare un’amichevole – mi sembra di fine stagione – e interpellò Pierpaolo Marino, all’epoca all’Avellino, che rifiutò e però li dirottò verso di noi, telefonando ad Antonio Juliano, all’epoca direttore generale del club”. 

Si comincia da una partita e si finisce con la trattativa di quel secolo.
“Noi eravamo interessati, eventualmente, a sfidarli dopo il ritiro, nell’avvio della stagione successiva, in quelle che vengono definite amichevoli di lusso. Ipotesi impraticabile. Ma rimanemmo stupiti da un particolare: avrebbero eventualmente giocato senza Maradona, condizione per noi, invece, imprescindibile”.

C’era il trucco. 
“Ci dissero che Diego stava male. Ci informammo e scoprimmo che ormai la rottura era insanabile e che Maradona voleva semplicemente andar via. Da Napoli, partirono Antonio Juliano e Dino Celentano, presero in affitto un appartamento, incontrarono quel fuoriclasse e gli raccontarono la città, gli spiegarono ch’era la più bella del mondo e che era quella adatta al suo genio e al suo carattere”. 

Ci vollero due mesi circa… 
“Più o meno sì, con strappi continui. Pensavano non avessimo i soldi. E, onestamente, proprio così tanti, come quelli che sarebbero poi serviti, non ce ne erano”. 

E quando sembrava finita… 
“Comincia una storia che sembra estrapolata da un film ed invece è tutto vero”. 

La riviva. 
“Ultimo giorno del mercato, sono a Milano, non abbiamo più speranze. Mi chiamano Juliano e Celentano dalla Spagna. Il Barcellona ha deciso: vende”. 

Voi giocaste su più tavoli. 
“Andammo a trattare con il Real Madrid per Hugo Sanchez, a cui in realtà non volevamo arrivare. Però ci sembrava un modo per stuzzicare il Barça, per mettergli pressione. E andò più o meno così, perché sospettarono che, avessimo preso Sanchez, non avrebbero più potuto darci Diego. Era lui che volevamo, nessun altro. A Madrid avrebbero volentieri fregato la concorrenza, e la chiacchierata proseguì. Fino a quando però non arrivò quella telefonata, con la riapertura”. 

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