Cannavaro: “Non solo colpa di Ancelotti. Il ritiro non aiuta”

Il difensore campione del mondo ha parlato della situazione partenopea Fabio Cannavaro, ex capitano dell’Italia...

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Il difensore campione del mondo ha parlato della situazione partenopea

Fabio Cannavaro, ex capitano dell’Italia Campione del Mondo nel 2006, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del quotidiano Il Mattino per parlare della situazione che vive in questo periodo il Napoli.

Ecco le dichiarazioni di Cannavaro a ‘Il Mattino’:
Lei ha subito un ammutinamento a suo favore.
“È stato un buon momento perché ho capitodi aver lavorato bene. Io non sono un amico dei calciatori, sono un allenatore e quindi a volte mi incavolo, so essere rigido ma so anche comprendere i loro momenti. Però è stato bello vedere la loro fiducia”.
Ancelotti è ai titoli di coda, se lo aspettava?
“Mi colpisce la cosa, spero che tutto rientri perché il Napoli ha bisogno solo di tranquillità. Ma questa è la vita dell’allenatore. Carlo ha tanta esperienza ed è normale quando non si vedono i risultati che il primo a pagare sia sempre il tecnico”.
Visto da lontano cosa ha il Napoli adesso?
“È un momento delicato, purtroppo si sono create situazioni difficili, sembra una catena di errori senza fine a cui prima o poi qualcuno deve mettere la parola fine. Secondo me il primo deve essere il presidente a fare marcia indietro”.
Che idea ha del ritiro?
“Non aiuta mai una squadra che gioca ogni tre giorni. Come si fa ad accettare di stare lontano da casa anche quando non c’è una partita”.
Dunque se arrivasse Gattuso?
“Spero che Carlo riesca a superare questo momento. Ma non dipende solo da lui: serve una squadra unita, seria, concentrata su quello che c’èda fare, dove ogni chiacchiera deve essere cancellata. Si sprecano troppe energie a parlare delle cose negative”.
A quante rivolte ha preso parte da calciatore?
“Al Napoli, quando ero giovane. Eravamo pronti a fare guerra a Ferlaino. Fu bravo Lippi a rimetterci sulla retta via”.
E al suo amico Gattuso che dice?
“Conosco come lavora, lo apprezzo molto. Lo sentivo spesso anche lo scorso anno, al Milan ha fatto un lavoro straordinario e si vedeva la sua mano anche se poi lì non lo hanno apprezzato. È un uomo che si dà le colpe da solo, protegge a suo modo i calciatori e si frusta da solo anche prendendosi responsabilità non sue. A me è piaciuto come ha fatto giocare il Milan”.

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